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Sporchi antenati

L'igiene nei secoli: dagli egizi, alle terme romane, alla «fobia» per l'acqua. Fino alla svolta illuminista

L'igiene nei secoli: dagli egizi, alle terme  romane,  alla «fobia» per l'acqua. Fino alla svolta illuminista

di Leone Arsenio

17 Novembre 2024, 11:08

Nell'antica città di Lachish, in Israele, è stata scoperta la più antica frase mai incisa usando un alfabeto e risale a 3.700 anni fa: «Possa questa zanna sradicare i pidocchi dai capelli e dalla barba».
Con l'avvento della domesticazione animale, circa seimila anni fa, la probabilità per l'uomo di contrarre zoonosi, malattie che passano dagli animali all'uomo, è molto aumentata: uno studio sui resti di 1.300 persone vissute da pochi secoli a diverse migliaia di anni fa conferma che l'allevamento animale ha facilitato i salti di specie dei virus responsabili. Il batterio della peste (Yersinia pestis), che infetta i roditori e può essere trasmesso all'uomo dalle pulci, è stato trovato nel 3% dei resti.
La maggior parte dei casi di peste trovati si è verificata tra 6.000 e 3.000 anni fa; attorno a 2.000 anni fa fu riscontrata una «pausa», quindi una nuova ondata durata alcuni secoli, poi di nuovo una pausa e quindi un'altra ondata corrispondente alla «morte nera», la peste del Medioevo.
Nel campionario dei malanni divenuti più frequenti con la domesticazione animale sono poi apparsi anche malaria, epatite, lebbra, leptospirosi.

L’analisi dei dati di 31 studi su mummie provenienti dall'Egitto e dalla vicina Nubia ha rivelato che le mummie avevano vermi parassitari o pidocchi o la malaria o la leishmaniosi. Il giovane faraone Tutankhamon, per esempio, vissuto tra il 1341 e il 1323 a.C. circa, fu infettato da due diversi ceppi di malaria, anche se gli scienziati non sanno se abbia causato la sua morte.
Quasi ogni città romana aveva grandi latrine pubbliche, dove le persone, spesso più di 20, potevano fare i loro bisogni. I bagni comuni erano caratterizzati da lunghe panche, posizionate sopra canali d'acqua corrente, con piccoli fori. Gli antichi romani usavano un tersorium per pulirsi, cioè un bastone a cui era attaccata una spugna imbevuta di aceto o acqua salata, che era lasciato in uso alla persona successiva.
Nella Fontana di Sagalassos in Turchia, costruita tra il II e il III secolo d.C, sono state riscontrate feci umane con i parassiti ascari e giardia. Anche a Pompei ed Ercolano, riscontrate feci con parassiti, attribuite a molte specie animali: le tecnologie sanitarie romane come latrine e bagni pubblici non stroncavano il ciclo di reinfezioni.
Il Cristianesimo condanna le terme e i balnea in promiscuità. La maggior parte dei bagni dell'Europa medievale erano o buchi nel terreno, latrine comuni o vasi da notte; il contenuto era poi gettato fuori dalla finestra. Tutte queste deiezioni finivano nei corsi d'acqua, nei laghi e nei fiumi, causando la contaminazione dell'acqua potabile e la diffusione di malattie.
La malaria ha continuato ad affliggere le popolazioni padane tanto da indurle a costruire i lazzaretti lontano dalle città, a oriente, a favore di vento. Era credenza comune che esporre la pelle a un'eccessiva quantità d'acqua potesse essere fatale perché l'acqua si infiltrava nella pelle e annegava l'individuo all'interno. Per questo motivo, le persone si immergevano brevemente nell'acqua o indossavano degli abiti per farlo.

Nei secoli bagni e termalismo (tanto cari ai romani) gradualmente scompaiono e i corpi, anche regali, puzzano. «Il re puzza come una carogna», riferisce la marchesa di Verneuil (1571-1599), favorita di Enrico IV di Francia. Si dice che Luigi XIV abbia fatto solo tre bagni in tutta la sua vita.
Per coprire lo sporco si diffondono le camicie, sempre più sontuose. Sotto le camicie, abbondano i parassiti moltiplicati da rifiuti ed escrementi disseminati nelle strade. Nascono le spidocchiatrici professioniste, che lavorano soprattutto d’estate. La soluzione trovata era radersi i capelli e coprire il capo con una parrucca di pelliccia animale, che però attirava anch’essa i pidocchi e altri insetti a causa della pomata e dei prodotti utilizzati per trattarle.
Fortunatamente, quest’idea ridicola finì a metà del XVIII secolo, quando l’Illuminismo rivelò i benefici per la salute dell'esposizione della pelle nuda all'acqua e alla luce del sole, creando così una nuova prospettiva sul tema dell'igiene.



Leone Arsenio
Endocrino-logo e diabetologo, è l'ideatore della Obesity Week.

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