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Quasi di corsa: i benefici della camminata veloce

Quasi di corsa: i benefici  della camminata veloce

di Gianfranco Beltrami

06 Febbraio 2025, 16:01

Camminare rappresenta un’attività fisica adatta per la stragrande maggioranza delle persone a tutte l’età della vita: è semplice, naturale, praticabile quasi ovunque, non richiede attrezzature speciali e può essere facilmente integrata nella routine quotidiana.
Che si tratti di una passeggiata nel parco, di camminare per andare al lavoro o di fare una breve escursione, ogni passo migliora la salute e il benessere mentale. Rispetto alla corsa, essendo lo sforzo meno intenso, permette di prolungare l’esercizio per più tempo, danneggiando meno le articolazioni, soprattutto se si è in sovrappeso.
I benefici della camminata sono quelli classici dell’attività aerobica: riduce il rischio di malattie cardiovascolari, di diabete e malattie metaboliche in generale, favorendo una diminuzione della pressione, della frequenza cardiaca, dei grassi nel sangue e un miglior controllo della glicemia. Viene migliorata inoltre l’efficienza dei polmoni, tonificata la muscolatura (soprattutto di gambe, glutei e addominali) e può aiutare a dimagrire, ma solo se la camminata è associata a una dieta adeguata.
Camminare comporta anche una lunga serie di benefici psicologici: riduce l’ansia e lo stress, favorisce il buon umore, migliora la capacità creativa e favorisce la socializzazione, se si passeggia in compagnia. Se si fa moto all’aria aperta, specie se immersi nella natura, si prova un’intensa sensazione di rivitalizzazione, oltre a fare il pieno di vitamina D, necessaria per la salute delle ossa e per il sistema immunitario.
Di recente diversi studi hanno dimostrato come sia molto importante la velocità con cui si cammina e come camminare a ritmo sostenuto sia correlato con una maggiore longevità. Vale a dire che chi ama camminare deve cercare di farlo al ritmo più sostenuto possibile.
Secondo un recente studio pubblicato sul “British Journal of Sports Medicine” condotto dai ricercatori della Griffith University in Australia, camminare velocemente potrebbe allungare la vita di almeno cinque anni. Gli autori dello studio hanno utilizzato i dati sull'attività fisica acquisiti tramite accelerometri indossati (per almeno 10 ore per quattro o più giorni) dimostrando che, se le persone meno attive svolgessero poco meno di due ore di attività fisica in più al giorno, potrebbero prolungare la loro vita fino a 11 anni.
Un altro gruppo di ricercatori inglesi del Diabetes Research Center dell'Università di Leicester (Inghilterra), in uno studio che ha coinvolto ben 400 mila adulti britannici, ha messo in relazione il ritmo del cammino con la lunghezza dei telomeri, che sono quelle piccole porzioni di Dna che si trovano alle estremità di ogni cromosoma e lo proteggono dai danni.
Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri diventano più corti, fino a un punto in cui diventano così corti che la cellula non può più dividersi e si avvicina alla morte. Questi biomarcatori si riducono naturalmente man mano che si invecchia ma la ricerca ha dimostrato che alcune situazioni come stress, mancanza di sonno e lavori usuranti possono accelerare la loro riduzione.
Per questo gli scienziati considerano la lunghezza dei telomeri come un forte indicatore di «età biologica» che può essere molto diversa dall’età anagrafica.
I ricercatori hanno dimostrato un collegamento tra la camminata veloce e lunghezza dei telomeri e la conclusione dello studio è stata che, nelle persone dalla camminata veloce, i telomeri erano più lunghi di quelli di che semplicemente passeggiavano, e chi da giovane aveva l’abitudine di camminare a passo svelto dimostrava fino a 16 anni in meno in termini di età biologica, una volta raggiunta la mezza età.
L’intensità del movimento durante la camminata è stata misurata con semplici dispositivi che si indossano al polso e permettono di misurare l’attività fisica. Incrociando questi dati con quelli genetici, i ricercatori hanno trovato un legame causale tra camminata veloce e lunghezza dei telomeri, indipendente da qualunque attività fisica svolta.
È solo l’intensità del movimento che risulta quindi determinante ed una semplice passeggiata non ha lo stesso effetto di una camminata veloce, sebbene qualsiasi tipo di movimento faccia bene.
Sono diversi i fattori che influenzano la capacità individuale di camminare a ritmo elevato e fra questi la capacità cardiopolmonare, che può essere determinata col massimo consumo di ossigeno, il controllo dei movimenti, l’equilibrio, la forza muscolare, la salute mentale e i livelli di motivazione.
Per questi aspetti la velocità della camminata può rappresentare un ottimo indicatore dello stato di salute in generale, identificando le persone con velocità di deambulazione più lenta come quelle con età biologica più avanzata e a maggior rischio di malattie croniche. Il consiglio è quindi di accelerare il passo, sfruttando ogni occasione della giornata per una camminata a ritmo veloce andando al lavoro, portando i figli a scuola, andando a fare la spesa, parcheggiando l’auto più lontano o semplicemente dedicando una parte del proprio tempo a questa attività salutare.

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