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Convegno

Il gotha dei bisturi a Parma

Marchesi: «Salvare i pazienti e la qualità delle loro vite»

Il gotha dei bisturi a Parma

di Roberto Longoni

21 Marzo 2025, 11:17

È l'ora che ai classici strumenti del mestiere, aggiornati nei millenni, Ippocrate aggiunga una bilancia. La stessa maneggiata dalla dea della giustizia, che qui però si vorrebbe non proprio bendata, ma con gli occhi aperti il più possibile. Di vite da salvare si parla, grazie alla chirurgia oncologica al centro del convegno «Oltre ogni ragionevole dubbio. Certezze e controversie nella chirurgia Upper Gi nel nuovo millennio». L’appuntamento si è tenuto nell’Aula dei congressi dell’Azienda ospedaliera. A organizzarlo - come avviene da cinque anni - il professor Federico Marchesi, responsabile del Programma di prime vie digerenti e Chirurgia bariatrica della Clinica chirurgica (diretta dal professor Paolo Del Rio) dell’Azienda ospedaliero-universitaria.

A rispondere al suo invito è stato il gotha dei bisturi del nostro Paese, al quale si è aggiunta un’eccellenza da oltre confine, il basco Juan Santiago Azagra, padre della chirurgia mininvasiva europea. Diciotto i relatori e un centinaio i chirurghi e gli oncologi in sala (oltre a un altro centinaio collegati in streaming), per confrontarsi sulle strategie per affrontare le neoplasie delle prime vie digerenti, molto più aggressive di quelle che ad esempio si sviluppano nel colon.

Originale il titolo, con la formula di un approccio che anziché un luogo di cura evoca l’aula di un tribunale. Eppure, così dovrebbe essere: è sempre oltre ogni ragionevole dubbio che ci si deve spingere, quando una vita è di fronte alla toga di un giudice o al camice di un medico. Ogni scelta un’attenta valutazione dei pro e dei contro resa sempre più necessaria per come la chirurgia procede spedita sui fronti dell’innovazione e della mininvasività.

E qui entra in gioco la bilancia (magari ancora più di precisione di quella dell'allegoria). «Gli obiettivi della chirurgia oncologica – spiega l’organizzatore del congresso - devono fare i conti sia con le prospettive di cura e di guarigione che con la qualità della vita dei pazienti. L’evoluzione tecnologia in questo senso ci sta aiutando: la chirurgia sempre meno invasiva concilia i due obiettivi».

Come nei precedenti convegni, a dare il via ai lavori è stato un intervento eseguito in diretta da Marchesi: una gastrectomia durata due ore quest’anno inserita nel primo master nazionale di chirurgia mininvasiva e robotica, che il chirurgo parmigiano gestisce con le università di Ferrara e Bologna. Quindi, la parola ai relatori, accusatori o difensori delle tesi discusse di volta in volta. Il professor Azagra, a conclusione ha tenuto una lectio magistralis sulla gestione delle complicanze più gravi nella chirurgia delle prime vie digerenti. Una lezione anche di savoir vivre, la sua: su Linkedin, il luminare ha sottolineato come si senta a casa in Italia, ringraziando Marchesi e attraverso lui tutta la facoltà di Medicina. «Amicizia senza animosità o gelosia è la regola - ha scritto -. Condividere senza limiti o senza voler imporre le proprie condizioni a ogni costo. È stato molto intenso e ho imparato tanto». Un giudizio al di là di ogni dubbio, se pronunciato da uno dei primi chirurghi al mondo.

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