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Stregati dallo schermo, «sconnessi» con la salute

Gli effetti: sedentarietà, isolamento sociale, disturbi del sonno, ansia

Stregati dallo schermo,  «sconnessi» con  la  salute

di Gianfranco Beltrami

23 Marzo 2025, 16:23

La sempre maggiore diffusione e l'uso intensivo degli smartphone nella popolazione giovanile, complici la maggiore diffusione dei social, lo sviluppo di sempre nuove app e la diminuzione delle tariffe telefoniche, è alla base dell’aumento delle patologie psichiche nei giovani in molti paesi nel mondo.
Le conseguenze di un uso estremamente prolungato degli smartphone sono deleterie per la salute e causano diversi comportamenti critici, che hanno effetti molto negativi sulla qualità della vita dei giovani.
L’utilizzo nelle ore serali e notturne genera una riduzione delle ore di sonno, la necessità di controllare sempre i messaggi e la paura di perdere opportunità importanti è fonte di ansia, mentre il preferire le relazioni online rispetto a quelle reali determina isolamento sociale.
Questi fattori generano pesanti conseguenze sul benessere fisico e mentale e riducono la capacità di concentrazione con calo nelle delle prestazioni scolastiche e lavorative.
La difficoltà a mantenere un buon controllo sull’uso dello smartphone è particolarmente diffusa fra giovani (16-22 anni) come documenta un recente studio finlandese, pubblicato sulla rivista scientifica “Archives of disease in childhood” che ha preso in esame 1.164 studentesse (età media 16 anni) misurando il tempo trascorso sui social media, e il rapporto tra l'uso dipendenza dai social e benessere personale. I risultati dello studio hanno documentato come la media giornaliera di uso dello smartphone fosse di 350 minuti, il tempo medio trascorso utilizzando i social media di 231 minuti ed alta la percentuale di “dipendenza”, caratterizzata da un uso compulsivo dello smartphone.

I casi di dipendenza dai social media sono poi risultati collegati ad ansia, immagine corporea negativa, peggiore stato di salute, cattivo umore, stanchezza e senso di solitudine.
Da un'altra ricerca Changes Unipol in collaborazione con “Kkienn connecting people and companies”, condotta in Italia su un campione di oltre 1.500 persone, di cui 900 più giovani tra i 16 e i 35 anni e circa 600 adulti tra i 36 e i 74 anni, è emerso che nove giovani su dieci tra i 16 e i 35 anni possiedono uno smartphone e il 64% lo utilizza in modo frequente o continuo, trascorrendo da 4 a oltre 6 ore al giorno connessi.
Anche nei giovani italiani un utilizzo così intenso dello smartphone genera dipendenza, che gli utilizzatori non hanno difficoltà a riconoscere. Fra adulti e giovani sono diversi anche i contenuti della dipendenza: per i giovani si tratta prevalentemente di social media, per gli adulti in egual misura di social e di messaggistica; per i giovani sono più importanti le app di intrattenimento, per gli adulti le notizie.

Le donne sono più dipendenti rispetto agli uomini (69% contro 64%) e sono più attratte degli uomini dai social media e dai messaggi mentre gli uomini sono più attenti alle notizie, alle app di intrattenimento (Youtube, Netflix e così via), ai giochi, alle scommesse online, alla pornografia e all’intelligenza artificiale.
Anche la ricerca italiana evidenzia che tra le conseguenze della dipendenza da smartphone vi sono riduzione della concentrazione (che colpisce il 60% dei giovani contro il 37% degli adulti); ansia e depressione (51% contro 32%); isolamento sociale (50% contro 35%). I giovani adulti (28-35 anni) sono i più vulnerabili, anche a causa delle pressioni lavorative, sociali ed economiche e la dipendenza dallo smartphone è favorita dalla competizione nel mondo del lavoro, da aspettative sociali o estetiche, dall’incertezza del futuro.
Ma quali sono le conseguenze sui bambini più piccoli, la cosiddetta generazione alpha, vale a dire i nati dopo il 2010 che già a partire dalla scuola elementare possiedono uno smartphone?
Ad averne uno prima degli 11 anni si stima siano in sette su dieci, con sei ore in media di utilizzo del cellulare al giorno; anche se uno su quattro supera le 8 ore. In questa fascia di età lo sviluppo cerebrale non è ancora completo e i processi neuropsicologici che includono aspetti quali la personalità, l’attenzione e la regolazione emozionale sono in via di formazione. È per questo che l’utilizzo dello smartphone al di sotto dei 12 anni può comportare conseguenze ancor più gravi fra cui difficoltà di attenzione e apprendimento, diminuzione del movimento e sedentarietà con conseguente obesità o sovrappeso, disturbi del sonno, aumento dell’impulsività e diminuzione dell’autocontrollo, isolamento sociale.

La visione di contenuti aggressivi e violenti, tramite giochi o video, può inoltre portare a stati d’ansia e al rischio di condotte aggressive. Questi rischi si riducono solo con la pubertà, quando ha inizio lo sviluppo cerebrale della corteccia pre-frontale, responsabile del controllo degli impulsi e della consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni. Risulta pertanto fondamentale il ruolo dei genitori e delle famiglie che, oltre a monitorare il tempo che i figli trascorrono col cellulare in mano, devono limitarne il tempo di utilizzo sia durante il giorno che nei fine settimana, stabilendo orari precisi e divieto di utilizzo durante i pasti, i compiti e le riunioni familiari e soprattutto dando il buon esempio, limitando per primi l’uso dello smartphone e non usandolo quando si è in famiglia e durante i pasti.



Gianfranco Beltrami
Vice Presidente Federazione medico sportiva italiana, direttore scientifico Terme di Monticelli.

© Riproduzione riservata

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