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Nutrizione

La dieta mediterranea? Ora è considerata una terapia

Indicata per varie patologie. E arrivano anche le linee guida per seguirla al meglio

La dieta mediterranea? Ora è considerata  una terapia

24 Marzo 2025, 20:11

Malattie cardiovascolari, patologie oncologiche, salute neurocognitiva ma anche osteoporosi, artrosi, diabete e obesità: dal cuore al cervello alle ossa, le evidenze scientifiche dei benefici sono ormai tali che la dieta mediterranea (Dm) diventa una vera e propria terapia, raccomandata in diversi contesti clinici e per varie patologie.
E per delinearne gli standard e le molteplici applicazioni sono state elaborate le prime linee guida sulla dieta mediterranea con il supporto metodologico dell’Istituto superiore di Sanità.
Il documento, promosso dalla Fondazione dieta mediterranea, dalla Società italiana nutrizione artificiale e metabolismo (Sinpe) e dalla Società italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), risponde a dieci domande, con il contributo di oltre 20 società scientifiche italiane (www.iss.it)
Grazie al lavoro di un gruppo multidisciplinare di esperti sono state elaborate oltre 50 raccomandazioni sull’impatto della dieta mediterranea su mortalità, malattie cardiovascolari, neurologiche, oncologiche, metaboliche, muscolo-scheletriche, fragilità e disabilità nell’anziano, malattie autoimmuni, malattie della gravidanza, con un’indicazione di quanto forti siano le evidenze sull’efficacia.
«Le linee guida - dice Marco Silano, direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrinometaboliche e dell’invecchiamento dell’Iss - mirano a promuovere uno stile di vita sano, basato sull’equilibrio nutrizionale e sulla sostenibilità ambientale. Le raccomandazioni alimentari sono state elaborate alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, con particolare attenzione agli effetti benefici della dieta mediterranea nella prevenzione e trattamento delle malattie cronico-degenerative e alla sua importanza per la salute del pianeta».

La dieta mediterranea, come è descritta nel testo, non si limita a un regime alimentare, ma è un vero e proprio stile di vita salutare e sostenibile, si contraddistingue per l’alto consumo di alimenti di origine vegetale (verdure, frutta fresca, legumi, cereali integrali, frutta a guscio) e di olio d’oliva come fonte principale di grassi monoinsaturi. Include anche abitudini alimentari consapevoli, come la scelta di prodotti a chilometro zero e provenienti da filiera corta e stagionali,
attività fisica regolare, adeguato riposo, convivialità e socialità.
Della necessità di una «svolta salutista» nelle scuole parla inoltre Coldiretti in occasione della Giornata internazionale della refezione scolastica, che è stata celebrata due giorni fa, lanciando un appello: con 1,9 milioni tra bambini e ragazzi italiani che mangiano nelle mense scolastiche, serve una svolta salutista, eliminando i cibi ultra-formulati da menu e distributori e privilegiando negli appalti i cibi locali e a chilometro zero che valorizzano le realtà produttive del territorio e riducono i troppi passaggi intermedi.
«Le mense scolastiche e pubbliche devono essere un luogo per difendere la salute e contrastare i pericoli legati ad una cattiva alimentazione - afferma l’organizzazione agricola - che minacciano le giovani generazioni, dove i cibi ultra-formulati stanno prendendo sempre più spazio, facendo crescere l’allarme nelle famiglie».



Marco Silano
Direttore del Dipartimento malattie cardiovascolari, endocrinometaboliche e dell’invecchiamento dell’Istituto superiore di sanità.

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