LA SALUTE A TAVOLA
Prezioso mango
In passato era frutto raro ed esotico ma oggi - anche se l’India produce il 55% del raccolto mondiale e molti coltivazioni sono in Paesi asiatici - da diversi anni, per il cambiamento climatico, si coltiva anche nel sud Italia ed è facile trovarlo sulle nostre tavole. Del mango, e di quanto questo frutto possa essere utile per la nostra salute, parliamo con Rossella Montanari, dietista del Servizio Igiene alimenti e nutrizione Ausl di Parma.
«Il mango appartiene alla famiglia delle Anacardiaceae ed ha un alto valore nutrizionale. I suoi effetti salutari sono dati dall’importante contenuto di alcuni nutrienti e dalla presenza di diversi composti bioattivi. Le varietà di mango sono oltre 500: i frutti maturano in estate e il loro colore cambia a seconda della varietà - spiega Montanari - I frutti più presenti sul mercato europeo sono lunghi 10-14 cm e sono il filippino-indonesiano “Camboya” e l’indiano “Mulgoba”».
Le caratteristiche delle varie specie?
«La composizione nutrizionale del frutto (nutrienti, sostanze fitochimiche e caratteristiche organolettiche) varia in base alle diverse varietà agrarie, a seconda della regione di produzione, alle pratiche di coltivazione e ai trattamenti pre e post-raccolta. Il mango è definito un frutto climaterico, cioè sviluppa cambiamenti caratteristici di colore, sapore, aroma e capacità antiossidante durante la maturazione che avviene sia prima della raccolta, sia dopo. La manipolazione post raccolta può ridurre la composizione nutrizionale determinando perdite di qualità e quantità».
Qual è il valore nutrizionale?
«La parte più consumata del mango è la polpa che, matura, contiene circa il 15% di zuccheri. Il frutto acerbo contiene principalmente amido, mentre durante la fase di maturazione è il fruttosio lo zucchero prevalente. Nel mango maturo invece è presente soprattutto saccarosio (in ordine decrescente anche fruttosio e glucosio). La quantità di fibra alimentare varia dall’1,6 al 2,6%. La quantità di proteine, lipidi o grassi è molto bassa. Tra le vitamine sono dominanti la A (beta-carotene) e la C, presente da 9,8 a 186 mg per 100 grammi di prodotto, che diminuisce durante la conservazione a temperatura ambiente dei frutti maturi. Queste vitamine - il cui fabbisogno giornaliero è in parte coperto dal mango - svolgono un'importante azione antiossidante e stimolano le risposte del sistema immunitario. Ma la polpa del frutto è anche ricca di calcio, ferro, magnesio, fosforo, potassio, sodio. Ci sono poi gli acidi organici e altre sostanze bioattive (acidi fenolici, polifenoli, flavonoidi, carotenoidi, ed altri). Cento grammi di polpa (un mango pesa intorno ai 300-400 grammi) ha da 60 a 190 chilocalorie e il contenuto in acqua varia tra il 75-85%».
Gli effetti del mango sull'organismo?
«Vengono dalla presenza di composti bioattivi, come la mangiferina, l’acido gallico, la quercetina, le antocianine, il beta-carotene, ed altri, che oltre ad essere antiossidanti sono composti noti anche per i loro effetti anticancro, antinfiammatori, antimicrobici, antidiabetici, anti-invecchiamento e protettivi della pelle e dei neuroni (neuroprotettivi). Il consumo raccomandato di mango è di circa 400 grammi al giorno.
Oltre che come frutta, come si può gustare il mango?
«Il nocciolo e la buccia sono rifiuti biologici ma, poiché contengono diverse sostanze nutritive e bioattive, vengono utilizzati nella preparazione di burro di mango e altri prodotti. In India il mango acerbo, con altri ingredienti, si usa per preparare il “chutney”, un condimento per accompagnare piatti a base di carne. Come altri frutti, il mango può essere utilizzato per bibite estive rinfrescanti, come la “panha”, preparata sempre con il mango acerbo. I frutti maturi vengono in genere consumati freschi, ma possono essere utilizzati anche questi per la preparazione di gelati o bibite, come l’Aamras, consumata in India accompagnata da pane: si aggiungono al mango maturo latte, zucchero e cardamomo macinato. Nella nostra cucina diverse ricette a base di carne o pesce prevedono salse con il mango.
Controindicazioni al consumo del mango?
«Studi hanno evidenziato che il mango può inibire l’attività di alcuni enzimi coinvolti nel metabolismo di alcuni farmici anticoagulanti e antiaggreganti, come il warfarin e l’aspirina. Il consumo di mango è sconsigliato anche durante l’assunzione di alcuni Fans, gli antinfiammatori non steroidei (prostaglandina-inibitori della cicloossigenasi). In quantità elevate il mango desta preoccupazione nei soggetti con disturbi emorragici, in quanto potrebbe prolungare il tempo di sanguinamento e aumentare il rischio di lividi. Inoltre, in caso di interventi chirurgici, si consiglia di sospendere il consumo di mango almeno due settimane prima dell’intervento».
È vero che la buccia può dare reazioni allergiche?
«La buccia contiene l’urushiol, un olio che si trova anche in altre specie vegetali, come ad esempio l’edera velenosa. L’urushiol provoca nelle persone più sensibili che entrano in contatto con questa sostanza una dermatite da contatto caratterizzata da vescicole, eritema e prurito, oltre ad edema localizzato».
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