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Salute

Parto senza dolore, ideato a Parma un sistema che valuta in modo accurato la sofferenza materna: per un'epidurale più efficace

Parto senza dolore

di Monica Tiezzi

29 Settembre 2025, 12:05

Parma si conferma punto di riferimento nazionale per l’anestesia ostetrica. Con oltre un migliaio di peridurali eseguite ogni anno (1.370 nel 2024), un servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e la presenza costante di un medico anestesista dedicato in sala parto.
«L’ospedale Maggiore non offre solo assistenza di eccellenza, ma porta avanti anche una ricerca d’avanguardia che guarda al futuro. Insieme a Bologna, l’Azienda ospedaliera universitaria di Parma rappresenta uno dei poli regionali con il maggior numero di peridurali posizionate (1.370, pari al 55% dei 2.490 effettuati nel 2024), a testimonianza di un’esperienza consolidata e riconosciuta (la media regionale è 33.9%)» spiega Elena Bignami, direttrice della Seconda Anestesia e Rianimazione del Maggiore e della scuola di specializzazione in Anestesia rianimazione e terapia intensiva e del dolore dell'Università di Parma e presidente Siaarti (Società italiana anestesia rianimazione e terapia intensiva e del dolore).
«La percentuale di posizionamento del catetere per la somministrazione di analgesia si conferma costante e alta: negli anni 2021-2023 si è attestata intorno al 44%, nonostante le difficoltà legate alla pandemia» dice Bignami.
In Emilia-Romagna sono 16 i centri che offrono un servizio di analgesia del parto (non tutti attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7), mentre restano tre i punti nascita privi di questa possibilità.
Un gruppo di medici della Seconda Anestesia e Rianimazione,guidato dalla professoressa Bignami, ha ideato e testato, nel reparto di Ginecologia-ostetricia del Maggiore diretto da Roberto Berretta, un innovativo sistema per valutare in modo tempestivo e accurato l’efficacia dell’analgesia peridurale, ossia il famoso “cateterino” che toglie il dolore del travaglio.
«Il sistema si chiama “Conpain” (acronimo di contraction pain index) ed è stato recentemente pubblicato sull’International journal of obstetric anesthesia. Tra i firmatari dell'articolo c'è Alberto Calabrese, ideatore e responsabile della prima raccolta dati, che ha contribuito in prima persona a definire i dettagli e la struttura di questo nuovo indice» dice Bignami.
Oggi, spiega ancora la presidente Siaarti, il dolore del travaglio viene valutato soprattutto con una scala numerica: la donna indica da 0 a 10 quanto è intenso il dolore. «Un metodo utile ma talvolta impreciso, poiché ogni donna ha una diversa soglia di tolleranza, influenzata anche da fattori psicologici e culturali. Il nuovo indice, invece - dice Bignami - combina il racconto della mamma con il tracciato del monitor cardiotocografico che registra le contrazioni uterine. Per brevi fasi della partoanalgesia, la partoriente è invitata a segnalare l’“inizio” e la “fine” del dolore associato a ciascuna contrazione. La durata così percepita viene confrontata con quella reale della contrazione, registrata dal monitor: in questo modo si ottiene un rapporto che fotografa in maniera oggettiva quanto dolore rimane. Più l’analgesia funziona, più la porzione dolorosa della contrazione si riduce».
I primi risultati dimostrano che Conpain consente di individuare più rapidamente, rispetto alle scale tradizionali, l’efficacia della peridurale, offrendo ai medici uno strumento in più per monitorare e migliorare la qualità dell’analgesia durante il travaglio.
«Un’ulteriore prospettiva è utilizzare l’indice per personalizzare la partoanalgesia, adattando la somministrazione dell’anestetico in modo mirato e con il minimo dosaggio efficace per ogni donna» spiega Bignami.
Ma la sfida futura è ancora più affascinante. Con l’aiuto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, Conpain potrà essere integrato nei sistemi di monitoraggio, fino a consentire un controllo continuo e persino a distanza dell’efficacia del cateterino peridurale. Un passo avanti che aprirebbe nuove possibilità non solo per la pratica clinica quotidiana, ma anche per la ricerca scientifica.
«Il nostro obiettivo – conclude la professoressa Bignami – è rendere il parto un’esperienza più sicura e serena per ogni donna, unendo la tradizione clinica di Parma alle potenzialità della ricerca e delle nuove tecnologie».

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