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Chirurgia estetica

«Ritocchi» prudenti: quando i rischi sono troppo alti

Il dermatologo: «Cautela nei casi di malattie autoimmuni». Il consiglio, valutare bene interventi invasivi come la mastoplastica additiva per il seno e la liposuzione

«Ritocchi» prudenti

di Pietro Amendola

12 Ottobre 2025, 12:18

A Parma, così come in tutta Italia, sono sempre di più le persone che ricorrono alla chirurgia estetica. Nel 2024 gli interventi nel nostro paese sono saliti del 20% rispetto all’anno precedente, confermando un trend in crescita nel recente periodo.
Se da una parte i numeri evidenziano una maggiore accessibilità a questo tipo di operazioni, dall’altra diventa importante conoscere bene le controindicazioni e le possibili conseguenze degli interventi di chirurgia estetica. Molto dipende ovviamente dal quadro clinico del paziente interessato, le cui condizioni di salute rischiano di essere compromesse, anche nei casi in cui sia presente una lieve criticità.
È il caso delle malattie autoimmuni, patologie che indicano l’alterazione del sistema immunitario, le cui cellule colpiscono erroneamente i tessuti e gli organi, causando delle infiammazioni. Febbre, dolori articolari e pelle gonfia sono alcuni dei sintomi di questi disturbi, che sono in aumento. Fra le malattie autoimmuni più comuni ci sono l'artrite reumatoide, la celiachia, il diabete di tipo 1, la tiroidite di Hashimoto e il lupus eritematoso sistemico (LES).
«Quando si curano queste malattie, vengono utilizzati dei farmaci, detti “immunosoppressori”, che rallentano il sistema immunitario. Così facendo - spiega Rocco Tortorella, direttore del reparto di Dermatologia dell’ospedale Maggiore - viene bloccata l’infiammazione, ma anche le difese del corpo. Per questo, chi sta affrontando un percorso per contrastare una malattia autoimmune, deve fare molta attenzione quando si vuole sottoporre ad altri interventi, come quelli di chirurgia estetica».
Il consiglio è evitare di andare incontro ad operazioni particolarmente invasive, come la mastoplastica additiva per il seno e la liposuzione. Essendo quelle autoimmuni delle malattie croniche, è inoltre fondamentale che il proprio quadro clinico sia ben controllato, per evitare di incappare in brutte sorprese.
«Quando il disturbo non è ben monitorato, un intervento di chirurgia estetica - spiega il professor Tortorella - può riattivare ancora di più l’infiammazione e quindi peggiorare la situazione».
Anche nei casi delle operazioni meno invasive, la presenza di una malattia autoimmune può rappresentare un valido motivo per evitare la chirurgia estetica. Un semplice filler, per aumentare i volumi del viso, rischia così di diventare un pericolo da non sottovalutare. «Nel momento in cui inietto la sostanza, cioè l’acido ialuronico, si forma un piccolo trauma. In una persona sana - spiega Tortorella - questo trauma guarisce velocemente, mentre con una patologia su base autoimmune si possono presentare delle infiammazioni localizzate».
È importante anche sottolineare la differenza tra gli interventi di medicina ricostruttiva e quelli di chirurgia estetica che, al contrario dei primi, non possono essere sempre effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche. Negli ospedali pubblici la chirurgia estetica è consentita solo intramoenia, quindi in regime di libera professione, senza usare il Fondo sanitario nazionale e solo fuori dagli orari dedicati alle visite mediche quotidiane. «Quelli di ricostruzione sono interventi - sottolinea Tortorella - che facciamo dopo aver eseguito quelli di demolizione, necessari, per esempio, per l’asportazione di un tumore al seno oppure di tumori sul viso».
Oltre al controllo dell’eventuale malattia autoimmune e la scelta di interventi meno invasivi, nel dialogo con i pazienti che vogliono avere informazioni sulla chirurgia estetica, è importante indagare i reali motivi della scelta. «Molte volte le persone si rivolgono a noi perché soffrono di dismorfismo, ossia una condizione psichiatrica in cui un individuo è ossessionato da un lieve o immaginario difetto fisico. Dobbiamo essere sicuri che non ci sia un problema psicologico. In alcuni casi, ad esempio, se non ci sono condizioni che potrebbero rappresentare un rischio, consiglio i filler con acido ialuronico, una sostanza prodotta già nel nostro organismo».
Ma una malattia autoimmune può insorgere per un intervento di chirurgia estetica? «È un tema in fase di studio, non è ancora ben chiaro se gli interventi estetici possano scatenare una patologia di questo tipo - risponde Tortorella - Ritengo che sia molto difficile, mentre è confermato che la chirurgia estetica è in grado di riattivare una malattia autoimmune “latente”».



Rocco Tortorella
Direttore del reparto di Dermatologia dell’ospedale Maggiore.

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