sanità
«In questo momento il problema principale dell’Emilia-Romagna è il nostro storico motivo di orgoglio e cioè l’enorme pressione di persone da fuori regione che si vengono a curare qui. Non ce la facciamo più, non riusciamo più a soddisfare i nostri cittadini e l’enorme pressione delle altre regioni che si vengono a curare in Emilia-Romagna e ci stanno intasando il sistema e lo dico con rispetto». Lo ha detto il presidente della Regione Michele de Pascale, a 24 Mattino su Radio24, parlando delle risorse per la sanità. Per le liste di attesa sulla diagnostica, «abbiamo un alto livello di inappropriatezza e questa è la vera sfida che deve essere innescata sulle Regioni. Il sistema che prescrive deve essere appropriato. La sanità in Italia sta diventando un po' un clic day, i primi mille che premono il bottone ricevono una prestazione, e questo è inaccettabile, perché ogni prestazione a chi non ne avrebbe bisogno è una prestazione che stiamo togliendo ad un’altra persona, che rinuncia».
Questo, ha detto ancora de Pascale, «è impopolarissimo da dire, ma la sanità segue l’offerta se non la regolamentiamo».
Non posso che dare ragione a de Pascale, perché lo dico da tempo: l’Emilia-Romagna non può farsi carico di tutti. Non possiamo pensare che le regioni più organizzate diventino l’ospedale d’Italia, mentre altre continuano a non garantire standard minimi di efficienza e qualità. Ecco perché il tema del federalismo deve tornare ad essere centrale: le Regioni devono poter essere più autonome, altrimenti continueremo ad avere una nazione a doppia velocità». Lo dice Alan Fabbri, sindaco di Ferrara, esponente della Lega, «Se il sistema continua a sobbarcarsi anche le carenze di altre regioni - dice Fabbri - a rimetterci saranno i cittadini emiliano-romagnoli, e in particolare i ferraresi, che già oggi spesso devono spostarsi oltre il Po per ricevere cure più rapide. A partire dal pronto soccorso, ad esempio. In questo modo rischiamo di non far più bene niente e di far collassare proprio quei sistemi che finora hanno funzionato meglio. Nel 2022 la nostra Regione ha erogato oltre 806 milioni di euro di prestazioni sanitarie a pazienti provenienti da altre regioni, a fronte di 281 milioni di euro spesi per chi, invece, si è curato fuori. Un saldo positivo di 525 milioni di euro, che certifica sì un sistema attrattivo, ma anche sotto pressione». «Il diritto alla sanità è sacrosanto - prosegue il sindaco di Ferrara - ma lo è anche quello di potersi curare vicino a casa, senza dover percorrere centinaia di chilometri per ottenere ciò che spetta per Costituzione. E questo vale per tutti. La verità è che la sanità è in difficoltà non sempre per mancanza di fondi, ma perché le risorse non sono gestite con la stessa efficienza ovunque- Su questo punto devo riconoscere al presidente De Pascale di aver avuto molto coraggio: ha detto una verità scomoda, andando oltre le linee del suo partito».
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