I docenti: «Non rinunciamo al nostro modello educativo: sostenere la persona, promuovere l’apprendimento»
Sono giorni molto difficili per la scuola perché, pur attivando metodologie di didattica a distanza, pur mostrando grande capacità di reazione e adattabilità, deve fare i conti con una questione sostanziale e insieme molto semplice: per molti mesi è stata scuola «in presenza», in cui la relazione era al centro del processo educativo.
Ogni attività sostitutiva a distanza corre il rischio di arretrare su questo assunto fondamentale: l’apprendimento si fonda sulla relazione ed il sapere non è qualcosa che si trasmette ma che si costruisce ogni giorno, attraverso percorsi di ridefinizione e di mediazione dei significati più profondi che esso assume.
L’istituto Giordani, da sempre impegnato nell'analisi e definizione di nuove prospettive pedagogiche, non ha rinunciato a prendersi cura di questo aspetto ed ha continuato a porlo al centro della sua azione. Per questo, sul sito della scuola, campeggia il motto di questo periodo: «Non facciamo didattica a distanza. Siamo distanti ma, ostinatamente, continuiamo a fare didattica». «Così, oltre all’attività didattica a distanza, che definiremo, ormai, tradizionale, abbiamo voluto mettere in campo azioni concrete di sostegno alla persona - spiegano gli insegnanti -. Innanzi tutto è stato riattivato il progetto Ben-essere, che offre diversi servizi tra i quali l’apertura dello sportello di sostegno psicologico online: in stanze private ed in orari prestabiliti, alunni e insegnanti possono accedere per richiesta di sostegno e consulenza psicologica, possono sottoporre questioni e problematiche afferenti l’attuale situazione, ma non solo. Inoltre è stata riattivata l’attività di tutoraggio e supporto da parte di docenti tutor che mettono a disposizione degli spazi individuali e condivisi per accogliere, ascoltare e sostenere gli studenti delle classi prime». Per quanto concerne la promozione del benessere degli insegnanti e la loro formazione sono state create e popolate delle aule virtuali, fruendo di Google Classroom, ciascuna delle quali volta ad affrontare una tematica differente e centrale in questo periodo, come ad esempio lo smart-teaching e la gestione delle emozioni.
Non si sono interrotti nemmeno i laboratori che l’istituto aveva aperto a sostegno di tutti i ragazzi che, a vario titolo, non sempre hanno la possibilità di seguire attività d’aula; anche in questo caso, l’attenzione alle emozioni, la cura ed il riconoscimento di esse è stato elemento cardine per la realizzazione di attività pomeridiane che, tra l’altro, accompagnano i ragazzi in giornate che rischiano di diventare davvero lunghe. Poiché era assolutamente necessario che tutti gli studenti potessero essere raggiungibili e, a loro volta, potessero raggiungere questa «scuola», non più fisica ma virtuale, l’istituto ha tempestivamente rilevato le loro necessità relativamente alla strumentazione tecnologica ed è intervenuto facendo recapitare a domicilio 82 computer portatili, schede Sim e router mobili dati in comodato d'uso fino al termine delle attività didattiche; ad oggi, tutte le richieste sono state accolte e soddisfatte.
«E questa comunità scolastica che resiste e coraggiosamente porta avanti le proprie istanze - concludono gli insegnanti -, ogni tanto si ferma e scambia quattro chiacchiere nella videoricreazione che, da che mondo è mondo, da che scuola è scuola, è spazio di libertà sacro e inviolabile». r.c.
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