Il personaggio
Su Facebook, la ventiduenne Ludovica Tartamella si definisce una «viaggiatrice» e non è affatto fuori strada: ottenuto il doppio diploma italo-francese al liceo Marconi (percorso Esabac), si è iscritta alla triennale di Lingue e culture europee (indirizzo economico-giuridico) presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, a cui ha affiancato dieci mesi di Erasmus ad Angers. Una volta conseguita la triennale, si è iscritta al master biennale «Management de projets touristiques» (Management dei progetti turistici) presso l’Università di Lilla, dove adesso vive: a breve però lascerà la terra francofona per un tirocinio di quattro mesi nella sede madrilena dell’Alliance Française.
Ma da dove si parte per costruire un simile curriculum?
«Ho sempre avuto la passione del viaggio - confessa -: da piccola viaggiavo con la famiglia e poi con gli amici, dunque mi sono chiesta se questa passione potesse diventare un lavoro».
Lei parla cinque lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco, ma ha una forte preferenza per il francese?
«È nata alle medie, era la materia in cui mi sentivo più brava. Da lì ho proseguito con il linguistico, tre vacanze studio, uno scambio interculturale, certificazioni linguistiche e con l’Erasmus mi sono ancora più immersa nella cultura francese, in cui mi rivedo molto».
Perché ha scelto la triennale di Lingue all’Università di Modena e Reggio Emilia?
«Essendo una triennale orientata anche alle materie economico-giuridiche, mi ha permesso di dare un senso più ampio alla mia formazione e di integrare nuove discipline senza perdere le lingue».
Parlando del suo Erasmus, come si è trovata ad Angers?
«All’inizio volevo andare a Lilla, però ad Angers mi sono trovata molto bene. L’ho scelta perché è una zona meno conosciuta. Pur essendo una città di media grandezza, mi è sembrata una realtà interessante e ben sviluppata: mi sono integrata bene e mi ha aperto la mente.
Questa esperienza mi ha convinto a proseguire gli studi qui in Francia».
Ha avuto difficoltà ad adattarti?
«L’adattamento andò bene: già il Marconi Esabac mi diede le basi per affrontarlo. Se dovessi sbilanciarmi, direi il passaggio da uno studio teorico a uno più pratico».
Passando a Lilla, come si sta trovando?
«Lilla ha il suo fascino: è ben collegata e offre tante opportunità. Ci sono studenti da tutta Europa, il che rende l’atmosfera dinamica. Per quanto riguarda il master, non ho notato grosse differenze rispetto all’Italia: ci sono più materie, e l’approccio allo studio è più pratico. Nei weekend, ne approfitto per studiare e viaggiare».
Guardando all’Università italiana in termini di preparazione e opportunità, come si è trovata rispetto alle sue esperienze in Francia?
«La triennale mi ha fornito una buona preparazione teorica, ma mancava il supporto pratico, come per il tirocinio. In Francia mi sono sentita più supportata grazie alle associazioni studentesche e agli aiuti statali per l’alloggio. Qui è anche più facile trovare un lavoro part-time e l’Università offre più canali di supporto. L’istruzione è più accessibile, con tasse universitarie più basse. Inoltre, il sistema è organizzato meglio: gli esami si completano prima del tirocinio, evitando la difficoltà di conciliare studio e lavoro. Infine, il sistema universitario francese è più centralizzato, con una piattaforma unica che raccoglie tutte le offerte formative, facilitando la ricerca dei corsi».
Per quanto riguarda i progetti futuri?
«Per il futuro, voglio sfruttare al massimo l’esperienza lavorativa a Madrid. L’anno prossimo tornerò in Francia per le lezioni e un nuovo stage, ma mi piacerebbe puntare ai Paesi nordici. In seguito, potrei considerare anche la Svizzera. Il mio obiettivo è accumulare esperienze internazionali e, in futuro, lavorare in Francia o altrove. Per ora non mi sento sedentaria e credo che sarà così ancora per almeno due o tre anni».
Cosa consiglierebbe a chi è interessato ad andare a vivere all’estero?
«Direi loro di esplorare opportunità all’estero tramite siti come Workaway e di non temere la solitudine: una volta superata la prima barriera, viene naturale voler esplorare sempre di più».
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