Lettera ai maturandi
Foto d'archivio
Care ragazze e cari ragazzi, ci siamo. Quella che è suonata è stata l’ultima campanella del vostro percorso scolastico e quella che segna l’inizio del vostro nuovo cammino. E’ bello pensare a questi anni trascorsi e a quelli che vi vengono incontro come ad una lunga tappa ciclistica.
Siete arrivati a scuola un po' di tempo fa: qualche sorriso incuriosito, un po' di mamme emozionate e la paura di chi, in bicicletta, non sempre riesce a tenere il giusto equilibrio. Con il passare del tempo avete iniziato a pedalare, prima in modo stentato, poi via via più sicuro, sotto lo sguardo benevolo della scuola che vi vedeva crescere. Siete cambiati: la vostra voce, i vostri volti e qualche sogno in più. Da stentati pedalatori nel cortile di casa, siete scesi in strada e avete reclamato il diritto non solo a togliere i sostegni dalle vostre bici, ma anche ad andare per vie inesplorate e senza accompagnatori. Paura di cadere? Tanta, almeno pari alla voglia, finalmente, di poter fare da soli. All’inizio la strada potrà sembrarvi in discesa, presi dal vostro entusiasmo, ma non lasciatevi ingannare: il percorso è stimolante, ma non potete distrarvi, è pieno di curve a gomito che spuntano dal nulla e una buca può farvi andare fuori strada proprio quando pensate di essere invincibili e di arrivare al traguardo a braccia alzate. Arriveranno i tratti in pianura: approfittatene per riposarvi. La salita è lì, dietro la siepe: la strada, senza preavviso, si impennerà e chiederà alle vostre gambe uno sforzo che pare non abbiano mai dovuto sopportare. Ci sarà da sudare, ma non dovete aver paura di questo: è solo il prezzo da pagare per arrivare in cima. Quando sarete esausti, alzatevi sui pedali, ma non mollate. Mai. Ricordatevi che avete una gara da vincere, un risultato da conquistare. Portatevi quale necessario rifornimento: abbondanti doti di onestà, empatia e umiltà che faranno di voi persone più forti, positive. Non è una gara contro il tempo, ognuno ha il suo, ma l’importante è arrivare a destinazione. Guardando lo striscione dell’ultimo chilometro, forse, penserete ai ragazzini insicuri che eravate, alle mani che vi hanno sorretto quando eravate lì per cadere, a quella parola di conforto che fa tutta la differenza del mondo. E noi insegnanti ? Proveremo a guardare la vostra corsa da lontano; saremo i vostri primi tifosi, ricordando proprio quella piazza da cui siete partiti. E festeggeremo, compiaciuti, ad ogni vostro traguardo. Fidatevi, sarà bellissimo.
Il prof Gaetano Pugliese
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata