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Sissa Il campo sportivo di Sissa è stato dedicato ieri a Giuseppe “Beppe” Rossi, classe 1948, giocatore degli anni d’oro dell'Associazione Sportiva Sissa divenuto poi dirigente e appassionato della squadra del paese fino al decesso per Covid nel 2020.
Il presidente del Sissa, Sergio Mariglioni, prende una decisione importante per la squadra per il campionato 1964-65 di Terza categoria: congeda i giocatori “mercenari” e mette in campo i giovani sissesi, tutti nati fra la seconda metà degli anni ‘40 e il 1950. Fra questi anche Beppe Rossi. La memoria della squadra è oggi Giampaolo Govi, anch’egli in squadra in quel periodo, che ricorda ogni dettaglio. Dopo due campionati in Terza categoria la squadra allenata da Sandro Giuberti sale in Seconda, alla fine del campionato 1965-66, ma retrocede l’anno successivo. Da quel momento parte una risalita inarrestabile, la squadra verrà guidata poi da Franco Catuzzi che porterà il Sissa alla promozione in Prima categoria al termine del campionato 1972-73.
La formazione, nel frattempo, era rimasta sempre più o meno la stessa che in otto anni ha guadagnato la promozione più ambita.
Beppe Rossi giocò tutte le partite tranne l’ultima del 6 maggio 1973. Era considerato un terzino “roccioso”, uno di quelli che non molla l’uomo nemmeno se gli sfili scarpe. A quel tempo il calcio si giocava con marcatura a uomo e lui, Beppe, era preciso, puntuale, tenace fino a essere asfissiante, a quanto hanno ricordato ieri i suoi compagni di squadra in occasione dell’intitolazione. Non vantava eccelse qualità tecniche, Giuseppe Rossi, ma le sue entrate erano sempre decise, a colpo sicuro e sempre comunque rispettose delle regole evitando falli e contestazioni. Era capace di capire al volo chi aveva di fronte, quali sarebbero state le sue mosse così da anticiparlo, metterlo in difficoltà e comunque fermarlo.
Quel che emerge di Beppe Rossi nel corso dell’intitolazione era il suo attaccamento alla squadra, l’onestà e la bontà di cui tutti sono testimoni. «Mio padre - ricorda Andrea Rossi, figlio di Beppe - era così attaccato alla squadra che dopo essere stato dirigente, veniva sempre al campo come volontario del soccorso, con l’ambulanza, non si è mai perso una partita». Beppe continuò a giocare per alcuni anni dopo quel campionato dando il suo prezioso contributo a mantenere il Sissa in prima categoria. Entrò poi a far parte della dirigenza della squadra come consigliere e accompagnatore, prestandosi all’occorrenza anche come segnalinee durante gli incontri di calcio.
Mauro Foglia, vicesindaco di Sissa-Trecasali, ieri ha scoperto la targa di intitolazione alla presenza di Andrea e Angelo, figli di Beppe Rossi, della dirigenza della Asd Viarolese-Sissa e degli ex compagni di squadra di Beppe. «Un onore e un privilegio - ha affermato il vicesindaco - intitolare questa struttura appena riqualificata con lavori per 130mila euro alla grande persona che era Beppe». Il suo nome è ora fissato nella storia e nella memoria del paese per quella dedizione che lo ha sempre contraddistinto.
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