Ricorrenza
Cent’anni fa, il 23 luglio 1923, Solignano dava i natali ad Amos Grenti, missionario laico, instancabile promotore di progetti e iniziative umanitarie in Sierra Leone, scomparso all’età di 94 anni, 32 dei quali dedicati interamente al paese africano. Quella di Grenti è una traccia profonda lasciata in Sierra Leone, terra di savana, risorse naturali e diamanti, per diversi anni fanalino di coda nel rapporto ufficiale sullo sviluppo umano delle Nazioni Unite.
Riconoscimenti gli erano stati conferiti a Parma con l’attestato di civica benemerenza del Premio Sant’Ilario e fra la sua gente di Solignano, che qualche anno fa gli ha dedicato una piazza del capoluogo, caldeggiata da Paolino Bergonzi. Ma, il 2023, segna anche il ventesimo anniversario della costituzione dell’associazione «Amici della Sierra Leone» onlus, che annovera fra i soci fondatori anche i nomi di Giorgio Pavarani e di monsignor Giorgio Biguzzi, allora vescovo di Makeni. Grazie a questo nuovo volto, oggi guidato da Adriano Cugini, la onlus poté coinvolgere nell’attività il Movimento Rinascita Cristiana e ottenere il fondamentale sostegno di realtà economiche locali.
Dal primo giorno dello sbarco in Sierra Leone, il 6 luglio 1986, la missione di Amos Grenti, a favore dei sierraleonesi, è andata in crescendo con la costruzione di pozzi, ponti, adozioni scolastiche, realizzazione di scuole primarie, dispensari medici, cooperative agricole e vicinanza alla gente per lottare contro la mortalità infantile. Realizzazioni che egli stesso effettuava con le donazioni di aziende, cittadini e associazioni, grazie alla costante sensibilizzazione che riportava sulla drammatica situazione del paese africano.
La missione di Grenti non si era fermata neppure durante la guerra civile, fra il 1991 e il 2000, negli anni di orrori, distruzioni, mutilazioni, uccisioni, stupri, atrocità, ma anche testimonianze di eroismo e di martirio, come quella del 18enne Abu Bakar Mansaray, barbaramente ucciso. Quanto bene Amos abbia seminato, lo testimonia anche l’entusiastica accoglienza delle popolazioni indigene nelle sue periodiche visite ai villaggi.
Le autorità della Sierra Leone non hanno mancato a loro volta di mostrargli la propria gratitudine conferendogli il titolo di Paramount Chief, una specie di Prefetto con potere pressoché assoluto su una vasta zona di territorio. «Mi sono trovato improvvisamente in un mondo nuovo – ebbe a dire Amos Grenti - che non immaginavo neanche esistesse, che mi ha mostrato cos’è veramente la povertà che ha cambiato di colpo il mio modo di pensare, di agire, quindi legarmi con tutte le mie modeste forze a quel paese».
E, se oggi La Sierra Leone ha abbandonato l’ultimo posto nella classifica delle Nazioni Unite per risalire di qualche posizione la graduatoria, un po’ è anche merito dell’infaticabile opera di Amos.
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