Lascereste uscire vostra figlia con un Rolling Stone?», martellava maliziosamente un detto, lanciato ad arte dal manager del gruppo per dare l'impronta di «belli e dannati», di «anti-Beatles» alla band, all'inizio della loro magnifica carriera. Tra le vagonate di «no» legati a eccessi, personalità ingestibili e eccentricità di vario genere sparse qua e là tra i membri, su uno di loro mamme e papà di tutto il mondo avrebbero potuto comodamente dormire sonni tranquilli.
Charles Robert Watts, sotto l'aspetto extra musicale, con gli altri Stones non ha mai avuto nulla in comune. Questo arzillo signore ha appena compiuto 80 anni. Avete letto bene: è nato il 2 giugno 1941. Nulla a che vedere con i «monumenti» ingombranti Keith e Mick, lontano anni luce dal genio autodistruttivo di Brian, Charlie si è concesso due angoli bui nella sua lineare e solida carriera: la discesa nel baratro dell'eroina (breve, per fortuna) negli anni Ottanta e una scazzottata con Jagger quando lo definì «il mio batterista». Raffinato, personalità schiva ma ben piantata, affidabile, sobrio, il «martello di Wembley» è stato il collante dei Rolling Stones. E proprio quando si è caduto nel buio personale, la band ha rischiato di sciogliersi.
Per fortuna che c'era Ronnie Wood a dare energie, a limare spigoli e a frenare spinte «soliste». Ma è un'altra storia. Contrariamente alla stragrande maggioranza dei suoi compagni di band e colleghi rock, Charlie da quando ha conosciuto Shirley Ann Sheperd (scultrice) in una serata del '62 organizzata da Alexis Korner non ha più guardato altre donne. I due sono sposati dal 1964. Cerimonia, nel suo stile, in segreto e lontana dai riflettori. Watts, sembrava destinato ad altro: promettente ala destra, brillante e talentuoso grafico-artista-disegnatore-pubblicitario, di darsi al rhythm and blues, al rock non ne voleva sapere. Lo farà per più di sessant'anni. Il primo strumento un banjo, una volta distrutto utilizzò il corpo centrale per farsi una rudimentale batteria. Le bacchette? Dei fogli di giornale arrotolati.
Il primo amore musicale il jazz (l'impostazione tecnica nel suonare è ancora quella). Fu Alexis Korner (uno dei padri del blues made in England) a fargli cambiare idea. Destino: Watts è stato l'ultimo degli Stones originali ad entrare nel gruppo e il primo ad arrivare agli 80.
Matteo Scipioni
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