reality alla parmigiana
Prima di Vittorio Menozzi, ci fu Rosy Maggiulli. È stata lei la prima concorrente parmigiana al Grande Fratello. Era gennaio 2011 e la bella Rosy aveva 22 anni. L’undicesima edizione del reality, condotta da Alessia Marcuzzi, fu travolta dal prorompente tifone Maggiulli, seguita oggi su Instagram da mezzo milione di followers: un fisico che non passava inosservato unito a una genuinità impropria all’ambiente: un mix che non ha lasciato indifferente pubblico e concorrenti. Ma qualcosa non andava per lei, lì dentro. E infatti, dopo una settimana, decise volontariamente di concludere il gioco. E quando il pensiero corre a quell’anno, le parole sono comunque agrodolci: “Sicuramente ho dei ricordi forti ogni volta che mi capita di ripensare a quel periodo della mia vita. È stata una bella esperienza nonostante, all’interno della casa, mi mancasse tutto quello che avevo lasciato all’ esterno. E questa sensazione fu così forte da autoescludermi dal gioco”.
Che effetto le ha fatto essere lì?
“È stato bello ritrovarsi inaspettatamente a far parte di un mondo che, fino al giorno prima, desideravo fosse parte della mia quotidianità. Ma è stato altrettanto brutto, in seguito, non sentirmi a mio agio. Probabilmente ero troppo piccola per riuscire a gestire tante emozioni e situazioni così complesse”.
Ha più rivisto i suoi compagni di viaggio?
“Subito dopo la fine del reality sono rimasta in contatto con alcuni concorrenti: ci siamo sentiti per un po’ di tempo, ci siamo sostenuti a vicenda. In particolar modo ricordo con affetto Rosa Baiano. Poi ci siamo perse di vista, anche per l’inevitabile distanza”.
Ci racconta cos’è stato il Grande Fratello per lei?
“Per me vivere all’ interno della casa è stato molto difficile. Trovavo le relazioni completamente opposte a quello che si sperimenta nella vita reale: gli uomini erano introversi, le donne fin troppo amorevoli in rapporto al poco tempo che trascorrevamo insieme”.
E dal punto di vista emotivo?
“Lì dentro le emozioni sono molto intese: ti sovrastano. Ricordo che la tendenza era quella di rimanere sulla difensiva per tutelare la propria immagine ma, allo stesso tempo, cercare di mostrare il meglio di sè per farsi apprezzare da casa”.
Lei come aveva gestito quel periodo?
“Io ho vissuto d’istinto, d’impeto. Mi sono lasciata trasportare dal momento e dalle sensazioni. Non riuscivo a razionalizzare tutto quello che mi stava succedendo: era tutto troppo forte e io ero ancora troppo giovane”.
Che idea si è fatta, una volta uscita dal reality?
“L’impressione è che non interessasse a nessuno come mi sentivo. Tutto era audience. Oggi penso che la situazione sia cambiata: c’è molta più attenzione nel trasmettere i messaggi giusti. Ci sono più sensibilità e umanità”.
Nel complesso: esperienza positiva o negativa, la sua al GF?
“È stato utile per me partecipare al Grande Fratello: penso sia un’ etichetta che porta dei vantaggi nella promozione di quello che si desidera fare una volta conclusa l’esperienza nella casa”.
Cosa suggerisce a Vittorio Menozzi?
“A Vittorio non mi sento di dare consigli perché i nostri “Grandi Fratelli” sono stati differenti. Inoltre siamo persone diverse, con un vissuto diverso e con un percorso diverso all’interno dello show. Gli auguro che abbia i migliori benefici possibili da questo suo tragitto. Sia a livello personale che professionale. È un ragazzo intelligente: avrà sicuramente amici che gli vogliono bene e che sapranno sostenerlo al meglio”.
Una seconda opportunità, la vorrebbe?
“Sinceramente? Sì, mi piacerebbe rifare un’altra volta quella esperienza. Però con l’auspicio di trarne più gioie e meno patimenti”.
Pietro Razzini
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