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Verdone racconta l'ultima "Vita da Carlo": la stagione finale dal 28 novembre

"No al politically correct. Il futuro? Non sono ottimista"

Verdone racconta l'ultima "Vita da Carlo": la stagione finale dal 28 novembre

di Francesco Gallo

25 Ottobre 2025, 19:00

"Vita da Carlo stagione finale", questo il titolo - senza possibilità di sequel - della serie firmata da Carlo Verdone e Valerio Vestoso, dal 28 novembre in esclusiva su Paramount+.

Tutto parte dalla gaffe, poco politicamente corretta, fatta da Carlo durante il Festival di Sanremo che lo ha lasciato alla gogna mediatica della cultura woke. Da qui il suo buen retiro a Nizza con nessuna intenzione di tornare a Roma. Ma quando il direttore generale del Centro Sperimentale di Cinematografia lo contatta per offrirgli la cattedra di regia, alla fine Verdone cede. Sarà per lui un’impresa tutt'altro che semplice. Intanto c'è il gap generazionale con gli allievi ventenni, cresciuti in una società impregnata dal politicamente corretto, e poi avrà un problema non da poco con un suo collega insegnante (Sergio Rubini) che lo odia in segreto.

«In realtà girare al Centro Sperimentale è stato un omaggio a mio padre, dirigente lì tanti anni, e ai giovani a cui dedico questa ultima serie. C'è una generazione di attori ventenni che sono veramente in gamba e meriterebbero considerazione. Questo momento molto difficile è invece creato dai vecchi, sono loro a creare problemi», sottolinea Verdone. Potrebbe ripensarci e girare la quinta serie? «Impossibile, in realtà non saprei cos'altro dire. Penso di essere stato l’attore italiano che ha più raccontato di sé, della sua vita, anche con queste quattro serie».

E il politicamente corretto che è un po' il tema di questa edizione? «Ci sono delle cose ridicole - risponde Verdone all’ANSA - come 'genitore unò e 'genitore duè. Ma per favore, stiamo solo creando una grande confusione da cui non usciremo. Non si possono cancellare personaggi storici importanti come Shakespeare perché è troppo patriarcale ed è contro le donne. Stiamo parlando del più grande scrittore del mondo. Bisogna contestualizzare il periodo. La commedia all’italiana si fonda sulla scorrettezza, con questo principio sarebbe da buttare all’80%. Bisogna avere buonsenso. Questa sembra una dittatura di un’intelligenza da salotto».
Come vede il futuro? «Non riesco ad essere ottimista, perché non so bene cosa frulla nella testa di quei quattro o cinque che sono al comando nel mondo».
Comunque a fare da cornice alla nuova sfida di Carlo, in quest’ultima serie, i soliti problemi familiari. Chicco e Maddalena risucchiati dai doveri genitoriali e con un matrimonio da organizzare; Annamaria e Sandra alle prese con le rispettive pene d’amore; Giovanni ed Eva di ritorno dalla Nuova Zelanda con una grande sorpresa. Infine happy end con un grande omaggio ad Alvaro Vitali recentemente scomparso. «Per farlo lavorare - dice Verdone - ci siamo messi sotto e abbiamo creato un personaggio che fa parte dei momenti onirici della serie. Ma era veramente molto malato e quando veniva sul set abbiamo avuto tanta paura. Gli ho voluto veramente bene, era una persona tanto per bene e soprattutto era una una biblioteca di aneddoti che ci ha raccontato. Cose incredibili da lasciare a bocca aperta».
Ovviamente per questa serie in dieci puntate è megacast. Oltre Monica Guerritore, ex moglie di Verdone, Antonio Bannò, Caterina De Angelis, Filippo Contri, Claudia Potenza e Maria Paiato, troviamo Maccio Capatonda, Francesca Fagnani, Renzo Rosso, Giovanni Veronesi, Vera Gemma, Roberto Citran, Aida Flix, Alex Badiglio, Tommaso D’Agata, Giada Benedetti, Adele Cammarata e Anastasija Kuzmina.

Il 17 novembre sarà sindaco di Roma per un giorno: cosa farà? «Al centro c'è poco da vedere: Gualtieri sta facendo tante cose e bene, anche se c'è il caso della casa di Rubini, una traversa di via Cavour, che è totalmente buia e non si leggono le scritte... Sono soprattutto le periferie a soffrire con mezzi pubblici che lasciano a desiderare e dove c'è molto degrado».

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