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Pierpaolo Spollon presenta il suo libro all'associazione Remo Gaibazzi. E come sugli schermi conquista il pubblico - Le foto

di Pietro Razzini

23 Novembre 2025, 20:31

A Parma, certe sere d’autunno hanno un suono particolare: nonostante il freddo, l’umidità, il buio che arriva sempre prima, può sentirsi in lontananza una risata. Viva più che mai. Addirittura luminosa. È successo all’Associazione Remo Gaibazzi, dove Pierpaolo Spollon, volto amatissimo della serialità italiana, attore camaleontico tra “Doc – Nelle tue mani”, “Blanca” e “Che Dio ci aiuti”, ha portato un po’ della sua Genova letteraria e un bel po’ della sua ironia. Risultato? Pubblico conquistato in pochi minuti, tra sorrisi, riflessioni e quella capacità tutta “spolloniana” di rendere leggero persino ciò che leggero non è. La presentazione del suo primo romanzo, intitolato “Tutto non benissimo” (Ribalta Edizioni), ha portato in Borgo Scacchini tanti uomini curiosi e tante donne affascinate. Alla fine tutti sono rimasti soddisfatti Spollon si è dimostrato un vulcano che ribolle di storie, battute, pensieri, domande, aneddoti imbarazzanti e lampi di profondità che arrivano quando meno ce lo si aspetta.

IL PROTAGONISTA - Il libro è ambientato nella Genova dei carruggi, dei profumi di focaccia e dell’eterna brezza del porto: “Il protagonista è un attore di serie tv, bello, famoso, amato… che però con le emozioni ha un rapporto disastroso. Durante una pausa dalle riprese, vede in libreria Martina, la ex di dieci anni prima, quella a cui aveva spezzato il cuore. Lei scompare tra i vicoli come un miraggio. Comincia così la caccia a cui si associa un viaggio dentro di sé, guidato da un libro sulle emozioni, scritto dal professor Gobbin, ovvero il miglior amico di Spollon nella vita reale. Però non vado oltre per non svelarvi come va a finire. Già gli amici mi chiamano Spoileron”. Spollon parla, racconta, gesticola. Incanta. Intrattiene il pubblico come se in sala fossero tutti amici, seduti a un tavolo in un bar qualsiasi. Ed è proprio questa sua autoironia la chiave dell’incontro e del libro.
“Tutto non benissimo” è nato così: non per moda, non per marketing, ma come naturale estensione di ciò che lui già porta in teatro.

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