ASSISI
L'esempio e il coraggio di Giulia Ghiretti al G7 inclusione e disabilità che si è aperto ieri ad Assisi, alla presenza di ministri e rappresentanti istituzionali provenienti da varie parti del mondo. «4 gennaio 2010, data del mio ultimo salto: durante un allenamento di trampolino elastico, qualcosa va storto. In aria succede qualcosa, atterro male, la forza del tappeto, nel tornare su, si concentra tutta su un’unica vertebra. E la vertebra esplode» la testimonianza sul palco della campionessa parmigiana, unica atleta individuata da Cip e Ministero per rappresentare lo sport paralimpico al G7 inclusione e disabilità. «Un intervento d’urgenza e poi sei mesi d’ospedale per la riabilitazione, per ritrovare la mia autonomia e per riprendere in mano la mia vita. In quei sei mesi in cui mi hanno insegnato a muovermi nel mondo con un corpo nuovo, sono entrata in acqua, principalmente per scopi terapeutici. E dell’acqua mi sono innamorata, perché lì mi sono sentita libera: io, col mio nuovo corpo, senza una carrozzina, senza barriere e senza confini. Lì in acqua ho trovato la mia dimensione, in acqua è dove posso esprimermi al meglio, senza niente e nessuno che mi può impedire di arrivare all’obiettivo. In acqua mi sento invincibile. Quando esco dall’acqua, però - ha proseguito SuperGiulia - mi ritrovo nella società, nella vita di tutti i giorni. E qui ecco che trovo tante barriere tra me e la mia meta. Cosa faccio quindi? Ricalcolo».
Ed eccola, la lezione. Di vita. «Ricalcolo proprio come fa un navigatore che, di fronte a un incidente o a una strada molto trafficata, ti propone una strada alternativa, che non era sicuramente la principale e la più rapida per arrivare all’arrivo. È invece una strada più lunga, talvolta più ripida, più stretta, più difficile da percorrere, ma ti porta comunque a destinazione. Ecco la mia quotidianità: dover ricalcolare costantemente per arrivare dove desidero, tra una barriera e l’altra. Io, però, posso ricalcolare il mio percorso, perché ho chi mi aiuta: una famiglia fantastica, degli amici veri, un carattere ostinato. Così riesco a raggiungere i miei traguardi. Io ricalcolo, ma non tutti possono farlo e quegli ostacoli diventano insormontabili per molte persone. Questi ostacoli sono barriere che mettiamo noi: con i nostri pregiudizi, con i nostri stereotipi, con la nostra presunzione. Sono le barriere mentali, le più difficili da abbattere».
Il messaggio lanciato da Ghiretti è chiaro. E giunge dritto al cuore. «Nessuno - afferma - deve avere la presunzione di valere di più della persona che è al suo fianco. Io, voi, tutti abbiamo la grande responsabilità di creare una società inclusiva, dove chiunque possa esprimersi al meglio delle proprie capacità. Quindi sogno a una società che assomigli alla mia vasca, quella di cui mi sono innamorata e dove ho ritrovato me stessa, dove tutti possono entrare e nuotare per arrivare all’obiettivo, senza incontrare impedimenti. Dove la diversità non è un ostacolo, ma una ricchezza. Dove chiunque può dare il meglio di sé».
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