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Storie di mister

Giorgio Ghillani: «1200 panchine, ispirandomi a Scala e Ancelotti»

Giorgio Ghillani: «1200 panchine, ispirandomi a Scala e Ancelotti»

di Remo Gandolfi

10 Settembre 2025, 13:04

Oggi è il turno di un’autentica istituzione tra gli allenatori del calcio parmense: Giorgio Ghillani. Con oltre 1200 “panchine” in carriera è uno degli allenatori più longevi della storia del calcio della nostra provincia. Valtarese, Medesanese, Noceto, Fornovo e Due Fiumi (tutte queste in più periodi) e poi Sivizzano, Langhiranese e Marzolara. Capace di raggiungere storiche promozioni quanto di salvezze “impossibili” il segno lasciato sui nostri campi di calcio va aldilà di questi eccellenti risultati. Quello che rimane nella memoria di chi lo ha avuto come “Mister” è quello di una persona corretta e trasparente, capace di fare “gruppo” quanto di ottenere il meglio dai suoi ragazzi.

1 L’allenatore più bravo avuto nella sua carriera di calciatore.

Angelo Spanio per l’esperienza da ex giocatore di Serie A e Renzo Mantovani per aver creato un gruppo vincente a Polesine che dopo 45 anni si ritrova ancora oggi a cena insieme!

2 Quando ha iniziato a pensare di voler fare l’allenatore?

Finito con il calcio giocato a 35 anni non volevo uscire da quella che è sempre stata la mia passione: il pallone!

3 Qual è la sua “filosofia” di gioco.

Squadra corta, brava a “leggere” la palla e pronta subito a pressare l’avversario.

4 Quale considera sia il suo maggior pregio da allenatore.

Credo di essere quasi sempre stato in grado di creare dei gruppi di amici, anche fuori dal rettangolo di gioco.

5 Su quale aspetto invece ha sempre fatto più fatica?

La gestione dei genitori! Spesso e volentieri non riescono ad essere obiettivi.

6 Lo schema tattico preferito e utilizzato maggiormente.

Il mio preferito ed anche il più vincente è sempre stato il 5-3-2 che però necessita di due esterni molto bravi per poterlo trasformare in un 3-5-2 in fase d’attacco.

7 La partita più bella giocata da una delle sue squadre.

Quelle più belle sono quelle che ti permettono di vincere qualcosa. Ricordo con particolare piacere un Marzolara-Real Baganza vinta per 5 a 1 e che ci permise di raggiungere la salvezza con largo anticipo.

8 La squadra più forte mai affrontata in carriera.

Quando allenavo la Medesanese incontravo spesso il San Nicolò che aveva tanti calciatori di categoria superiore.

9 Il calciatore avversario che più l’ha impressionata tra quelli incontrati in carriera.

In tanti anni di panchina ne ho incontrati davvero tanti. Ricordo in particolare il piacentino Dattaro.

10 Il risultato più importante ottenuto finora (trofeo, salvezza, crescita calciatori ecc).

Beh credo che aver raggiunto la bellezza di oltre 1200 panchine in carriera con 10 promozioni e tante salvezze importanti sia un buon risultato!

11 Nel suo passato di allenatore qual è stata la più grande soddisfazione?

Aldilà dei risultati la soddisfazione maggiore è stato il rapporto di reciproca stima e amicizia che riscontro incontrando dirigenti e giocatori con cui ho lavorato in passato. Credo che questo sia umanamente l’aspetto più importante.

12 Quale invece la sua più grande delusione.

La finale di Coppa Italia giocata a Bologna quando allenavo la Medesanese. Perdemmo contro una squadra di Rimini. Avevamo fuori tanti giocatori importanti ma nonostante questo a 10 minuti dalla fine vincevamo 2 a 1. ... Perdemmo 3 a 2 ...

13 Chi è l’allenatore avversario più bravo che ha incontrato nella sua carriera di Mister?

Sono stati davvero tanti ma quello che ancora oggi sta dimostrando continuità e bravura è Francesco Montanini!

14 C’è un aneddoto curioso o divertente che le viene in mente?

Allenavo il Fornovo. Alla fine del primo tempo (giocato malino ...) nell’intervallo feci la solita ramanzina di rito ai miei. Prima di uscire dagli spogliatoi misi la mano sulla spalla di uno dei miei ragazzi. «Dai Marco, scaldati bene che fra poco ti butto dentro!». Lui mi guarda con aria stupita e mi dice «Mister, ma guardi che io sto già giocando ...». A quel punto a me è uscito solo un «Ah ... scusa ...!!!»

15 L’allenatore del passato da lei preferito.

Mi sono ispirato spesso a Nevio Scala, grande allenatore e uomo umile e concreto.

16 L’allenatore del presente da lei preferito.

Credo che per quello che ha fatto e che ancora sta facendo Carlo Ancelotti non abbia rivali. Non tanto per il gioco che esprimono le sue squadre quanto per la sua grande calma e personalità.

17 Ha qualche rimpianto nella sua carriera di allenatore?

Rimpianti non tanti ma spesso mi sono fatto “ingolosire” dalla categoria sbagliando la scelta della nuova squadra da allenare!

18 Qual è la dote principale che deve avere un allenatore?

A mio parere per fare l’allenatore servono più doti: capace di comunicare con giocatori e dirigenti e tanta psicologia nel capire e porsi con il carattere dei propri giocatori per riuscire sempre a motivarli ... soprattutto con quelli che giocano meno.

19 Metta in ordine di importanza questi cinque aspetti: Comunicazione-Gestione del gruppo-Preparazione fisica-Tattica e Tecnica.

L’aspetto della comunicazione e della gestione del gruppo credo sia fondamentale. Una buona preparazione fisica di permette buone prestazioni anche con giocatori tecnicamente meno capaci. La questione “tecnico-tattica”, specie nei dilettanti, la ritengo meno importante. A calcio vincono i giocatori, non i moduli!

20 Infine la formazione ideale con i migliori calciatori allenati in carriera finora. (con schema tattico annesso) (Nota: si possono mettere anche due giocatori per ruolo).

In un 5-3-2 questa la mia formazione ideale:
PORTIERE: Gasparini (Bonati)
TERZINO DX: Gardelli (Donati)
TERZINO SX: Minardi (Ribaudo)
DIF. CENTRALI: Bassi-Bozzia-Guasti
CENTROCAMPISTI: Dardari-Bernardini-Maccini (Carboni-Corbani-Bianchi)
ATTACCANTI: Tanzi (Palumbo) Fovaris (Guida).

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