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I talebani decapitano una pallavolista: punita perché faceva sport

I talebani decapitano una pallavolista: punita perché faceva sport

21 Ottobre 2021, 04:37

"Una notizia terribile arriva dall’Afghanistan, la giovane pallavolista Mahjabin Hakimi è stata decapitata. La sua colpa: praticare lo sport che amava, il volley". Così la Fipav, in una nota, piange la morte dell’afghana Hakimi, giustiziata dai talebani per aver giocato senza hijab. "Mahjabin, come tantissime altre ragazze in Italia e nel Mondo, coltivava la sua passione per la Pallavolo nel Kabul Municipality Volleyball Club, ma rispetto ad altre compagne, non era riuscita nei mesi scorsi a lasciare l’Afghanistan - ricorda ancora la Federvolley - Sembra impossibile che nel 2021 qualcuno venga ucciso soltanto perchè giochi a pallavolo o, ancora peggio, perchè voglia inseguire i propri sogni. Invece è un’orrenda realtà. Tutta la grande comunità del volley oggi è in lutto. Mahjabin, dovunque tu sia, ci piace pensarti con un pallone in mano, finalmente libera di poter giocare a Pallavolo".

 "Una giovane ragazza barbaramente uccisa perchè 'colpevolè di amare la pallavolo. E’ ciò che è accaduto a Mahjabin Hakimi, in Afghanistan, secondo quanto si apprende da fonti indiane - si legge invece in un comunicato della Lega Volley Femminile - Una sua allenatrice, rimasta anonima per evitare ritorsioni, avrebbe denunciato al Persian Independent che la 18enne sarebbe stata decapitata nei primi giorni di ottobre. Ed è per la stessa paura di una rappresaglia, altrettanto violenta, da parte dei Talebani che la sua famiglia ha tenuto nascosto per settimane l’atroce delitto. Una notizia orrenda, un episodio che ferisce e sconcerta. Come tante ragazze della sua età, Mahjabin giocava a pallavolo e sognava di diventare una Campionessa. Faceva parte della nazionale giovanile afghana e militava nel Municipality Volleyball Club Kabul, ora centro del potere talebano". 
"A differenza di alcune sue compagne, non era riuscita nei mesi scorsi a lasciare l’Afghanistan e mettersi in salvo. Sì, perchè a Kabul, dopo la caduta del vecchio governo, giocare a pallavolo, partecipare a competizioni internazionali, finire in televisione, è considerato un crimine da punire con l’omicidio. Il mondo della pallavolo piange Mahjabin e tutte le vittime di un genocidio che deve essere fermato". "La Lega Pallavolo Serie A Femminile intende organizzare con urgenza un’iniziativa per denunciare quanto sta accadendo in Afghanistan e per esprimere la più sincera solidarietà alle vittime del regime talebano. Perchè lo sport sia ovunque veicolo di emancipazione, di crescita personale e sociale. E non di morte", termina la nota. 

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