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El Fathaoui fa il minimo olimpico. Adesso la parola passa al Coni

El Fathaoui fa il minimo olimpico. Adesso la parola passa al Coni

di Laura Ugolotti

31 Maggio 2021, 11:58

Quattro gli atleti italiani in corsa ma a Tokyo ne andranno solo tre
 

Si è chiusa il 31 maggio la partita per i maratoneti che puntano a Tokyo 2021. Il 31 maggio è infatti l’ultimo giorno utile per ottenere il tempo minimo olimpico e sperare in una convocazione. Allo stato attuale solo quattro atleti sono riusciti a raggiungerlo. Il primo è Eyob Faniel, che a Siviglia nel 2020 ha centrato il record italiano con 2h07’19.
Poi c’è Yassine Rachik, forte di quel 2h08’05’’ segnato a Londra nell’aprile del 2019 e del ranking Iaaf ottenuto piazzandosi tra i primi dieci (Londra è una delle Mejors che consente di assegna punteggio per i Giochi Olimpici).


In corsa c’è anche il nostro Yassine El Fathaoui, del Circolo Minerva, che sempre a Siviglia 2020 con 2h10’10’’ ha centrato il suo personale oltre che il secondo minimo olimpico consecutivo (dopo il 2h11’08’’ di Berlino a ottobre 2019).
Chiude la rosa Daniele Meucci, che dopo aver dato forfait alla Maratona di Siena ad oggi può contare solo su quel 2h10’52” ottenuto nel 2019 a Francoforte.
A questo punto spetta alla Federazione scegliere i nomi da portare sul tavolo del Coni, che avrà poi l’ultima parola e si pronuncerà entro la fine di giugno.
Quattro maratoneti e un massimo di tre biglietti per il Giappone. Ma il Comitato olimpico – per quanto l’ipotesi sia improbabile - potrebbe decidere di far partire per Tokyo uno o due atleti. Una cosa è certa: dei quattro solo due, Faniel ed El Fathaoui, hanno confermato recentemente e in più occasioni il loro stato di forma, gareggiando con buoni risultati. L’ultimo quello del portacolori del Minerva che ieri si è aggiudicato la vittoria della Music Race di Ravenna: 10 km in 30’58’’. Un tempo lontano dal suo personale ma ottenuto in un periodo di carico, dopo aver gareggiato da solo per 9 km, con il vento contro come unico avversario.


«Ho voluto partecipare a tutti i costi – dice Yassine -. Dopo la pista e le campestri avevo voglia di tornare a correre in strada. Non accadeva da tanto e mi sono sentito quasi spaesato all’inizio. Però la gara è molto bella e soprattutto è stato bello riassaporare quell’atmosfera che mancava un po’».
«Non avevo mai fatto un tempo così, correndo da solo – aggiunge –. Sono soddisfatto della mia gara, a testa bassa dall’inizio alla fine. Dedico la vittoria al mio presidente, Fabrizio Mattioli, che mi sostiene sempre e anche oggi (ieri per chi legge, ndr) era a Ravenna. Grazie anche alla mia società, il Circolo Minerva, alla Fornovogas e al mio allenatore Giorgio Reggiani: se sono qui è anche merito del loro supporto».


Per tutti il pensiero va a Tokyo, ma Yassine è uno pragmatico e preferisce stare con i piedi per terra. «È quello l’obiettivo per cui sto lavorando tanto, ovviamente, ma fino a che non saranno rese note le convocazioni nulla è garantito. Nel frattempo, preferisco continuare ad allenarmi, come sempre con umiltà. Me la voglio giocare e per farlo sto dando il massimo».

 

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