Evento
La presentazione del libro
La penna di un lucano ci ricorda di quando la «Petite capitale» divenne anche la capitale del ciclismo italiano. Era il lontano 1965 e il ciclista parmigiano Vittorio Adorni trionfò nella quarantottesima edizione della «Corsa rosa», dando grande prova delle sue capacità nelle gare di Potenza, Taormina e Madesimo. Giuseppe Volonnino, autore di Potenza, ha voluto ricordare questi momenti nel suo ultimo libro, dal titolo «Il giro del 1965», presentato alla sede del Circolo dipendenti comunali.
Ma come mai uno scrittore della Basilicata ha deciso di dedicare un intero libro al più grande ciclista parmigiano? «Fu proprio quel 20 maggio del 1965 – ha raccontato Volonnino – che Vittorio, a Potenza, gettò le basi per la conquista del giro. Io c’ero quel giorno, mi ero piazzato dietro le transenne fin da mezzogiorno, proprio in prossimità della linea di traguardo». Quel momento, per Volonnino, fu una vera e propria folgorazione. «Ho stampato negli occhi il ricordo dell’apparizione di Vittorio sul traguardo: sorridente, bello come il sole nella maglia che aveva il colore del cielo».
Ha introdotto la presentazione Giancleto Vigetti, vicepresidente dell’Unione nazionale veterani dello sport di Parma, che ha sottolineato: «Prendere parte a eventi come questo mi emoziona particolarmente perché io con Vittorio avevo un legame particolare, ci conoscevamo da parecchi anni. Quando ho letto questo libro devo dire che tanta emozione mi è arrivata al cuore».
È seguito, poi, l’intervento del presidente del consiglio comunale di Parma, Michele Alinovi. «Vittorio Adorni non era solo uno sportivo cavallo di razza, ma un campione nella vita, dotato di grande umanità. Testimonianze come queste sono preziose per fare in modo che i giovani sportivi abbiano modelli di altissimo livello a cui fare riferimento». È seguito, quindi, l’intervento del poeta dialettale Enrico Maletti che, assieme a Viviana Adorni, figlia di Vittorio, ha scoperto il dipinto realizzato dal pittore lucano Antonio Di Pierro, che raffigura Adorni in sella alla sua bici. «Fa piacere scoprire che ci sia una persona che si è presa la cura di raccogliere gli articoli scritti durante il Giro d’Italia del ‘65 – ha detto Viviana -. È un modo per conoscere ancora di più mio papà, attraverso un ricordo professionale che, per la nostra famiglia è molto diverso rispetto a quelli privati».
Il libro, infatti, si caratterizza per la presenza di tantissimi articoli tratti dai giornali di allora, che ripercorrono le tappe fondamentali della corsa. «C’è un forte legame tra i ciclisti parmigiani e la Liguria – ha detto, infine, il giornalista sportivo genovese, Massimo Lagomarsino, -. Un esempio? Adorni nel 1960 conosce il ciclista genovese Luigi Zaimbro. È l’inizio di una grande amicizia che durerà tutta la vita».
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