aveva 29 anni
Commozione nel mondo dello sport per la morte di Mattia Debertolis, il giovane atleta della Nazionale di Corsa Orientamento che venerdì si era sentito male durante la gara d’esordio dei World Games di Chengdu in Cina. Nato in Trentino ma residente a Stoccolma dove lavorava come ingegnere, Debertolis aveva soltanto 29 anni. Venerdì durante la corsa in programma in Cina aveva avuto un malore probabilmente anche a causa delle condizioni proibitive: 43 gradi e un tasso di umidità altissimo. Il segnale del suo dispositivo Gps, di cui sono dotati tutti gli atleti che partecipano alla gara, aveva smesso di muoversi facendo scattare l’allarme e i soccorsi. Secondo una prima ricostruzione, l’italiano avrebbe perso i sensi e, cadendo, avrebbe sbattuto la testa a terra. Dopo le prime cure, Debertolis è stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata. Le sue condizioni sono apparse subito drammatiche, spingendo la famiglia a raggiungere la Cina. Una corsa contro il tempo. Domenica, viste le condizioni critiche, la famiglia ha chiesto l’estrema unzione, officiata dal vescovo di Chengdu. Poche ore dopo il giovane è morto.
«Mattia ci ha lasciato, assistito fino in fondo dalla madre Erica, dal fratello Nicolò, dal resto della famiglia in Italia con il papà Fabio e i nonni, dal presidente della sua società Gabriele Viale, da Stefano Raus e dai suoi compagni di squadra Francesco, Anna e Caterina, da Alessio Tenani e Riccardo Scalet, da tutta la governance della Iof e dal Comitato Organizzatore dei World Games, dai medici e dagli infermieri dell’Ospedale di Chengdu, dai rappresentanti del Governo italiano in Cina, dal nostro amore e da quello di chi ti ha conosciuto ovunque nel mondo. Ciao Mattia, faremo tutti del nostro meglio per onorare il tuo ricordo». Ha detto il presidente Fiso, Alfio Giomi, portando le condoglianze dell’intero consiglio federale.
«Esprimiamo, a nome della Giunta provinciale, il più profondo cordoglio per la scomparsa di Mattia Debertolis, atleta primierotto (originario del Primiero, ndr) della Nazionale italiana di Orienteering, che lavorava a Stoccolma come ingegnere, venuto a mancare ieri sera all’ospedale di Chengdu in Cina, dove era ricoverato in seguito a un grave malore accusato durante la gara d’esordio dei World Games. La sua passione, il talento sportivo e la dedizione con cui ha rappresentato il Trentino e l’Italia sui campi di gara resteranno un esempio per i tanti giovani che si avvicinano allo sport. La sua scomparsa, così improvvisa e dolorosa, lascia un vuoto profondo in chi lo ha conosciuto e apprezzato, sia come atleta che come persona». Così, in una nota, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e l’assessore provinciale allo sport, Mattia Gottardi, che esprimono le più sentite condoglianze alla mamma Erica, al fratello Nicolò, ai familiari, ai compagni di squadra e a tutta la sua famiglia sportiva.
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