Montagna
L'ostello di Cassio
Ottocentotrenta pellegrini in cinque mesi: dalla Nuova Zelanda agli Usa, dalla Nuova Caledonia all’Alaska ai Paesi europei, sono stati ospitati nell’ostello di Cassio. A tracciare il bilancio, che porta il segno positivo, sono i gestori dell’impresa sociale «Agrosilvopastorale» di Terenzo, costituita solo un anno e mezzo fa.
Tappa della Via Francigena, l’ostello situato a lato della strada statale della Cisa, ha riaperto le porte ai viandanti dopo tre anni di chiusura durante il periodo pandemico. «Alcuni pellegrini - spiega Silvana, punto di riferimento dell’ostello - sono ritornati due volte, attratti da un senso di reale ospitalità. Nell’ostello i gestori condividono i pasti con i pellegrini e si intrattengono in momenti di cordialità e di confronto socio-culturale».
La gestione della struttura ricettiva è la seconda avviata dall’impresa sociale «Agrosilvopastorale» di Terenzo, nell’ambito della promozione della zona. La riapertura dell’ostello ha favorito una ricaduta sociale per il territorio, a cominciare dall’incremento dell’attività di ristorazione, alle visite alle emergenze naturalistiche della Val Baganza e al secolare borgo romeo di Cassio.
V.Stra.
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