VIAGGI
C'è un posto dove anche gli angeli sorridono. E dove sacro e profano si fondono tanto che alla fine non si capisce se il simbolo del luogo sia quel capolavoro di pietra e storia che è la cattedrale o piuttosto quello che sonnecchia in attesa di essere stappato nelle grotte di tufo, sotto terra. Se lo chiedete all'angelo che sorride, probabilmente, vi dirà che entrambi lo sono.
Siamo a Reims e la cattedrale è quella dove, per secoli sono stati incoronati i re di Francia (www.france.fr/it/). Quello che sta sotto terra, protetto da grotte che paiono caveau, è invece il vino dei re: lo Champagne. E se George Sand ha scritto che «Lo Champagne aiuta la meraviglia» capite che il rapporto tra vino e trascendenza, da queste parti, è cosa parecchio seria.
Un legame, tra l'altro, semplice da capire. Arrivare qui (www.tourisme-en-champagne.com) è molto facile: col TGV da Parigi si impiegano al massimo 50 minuti e poi ci si può dedicare al piacere della scoperta. D'obbligo partire dalla cattedrale. Questo perché è davvero bella ma anche perché molti dicono che è la più amata dai francesi. Notre Dame di Parigi ci perdonerà se lo crediamo.
Una cattedrale, tra l'altro, con una storia sterminata. Proprio qui, dove sorge ora, c'era già un luogo di culto ai tempi delle legioni, quando la città si chiamava Durocortorum e questa era Gallia romana. Poi, a partire dal 1200 sorse la chiesa che ben presto divenne il cuore della nazione: per otto secoli qui sono stati incoronati i re e qui rimase, almeno fino alla Rivoluzione, l'ampolla di olio santo con cui, appunto, venivano unti i sovrani. Dice la leggenda che la portò un angelo. Sarà forse per quello che gli angeli non mancano mescolati alle altre 2300 sculture sulla facciata dell'edificio che, però, durante la prima guerra mondiale fu profanato da 280 proiettili tedeschi. Mentre l'intera città veniva rasa al suolo. Per fortuna Reims risorse: e con lei la chiesa che perse parte delle vetrate. Ma ne ritrovò altre. Le più famose sono quelle firmate dal grande Marc Chagall e quella chiamata «Vitrail du Champagne». Nel vetro c'è raccontata tutta la produzione del vino di questa terra. Voi riempitevi gli occhi della luce che filtra e godetevi la potenza di questa chiesa prima di uscire a vedere il resto della città. Fino al 2025, purtroppo non potrete spostarvi nel vicino palazzo Tau (chiuso per restauri e terzo luogo della città nella lista del Patrimonio Unesco) ma potrete comunque andare in giro a vedere i tanti palazzi Art Déco, retaggio degli anni ’20 e altri ben più datati come la Porta di Marte: era una delle porte di Durocortorum ed è arrivata sino a noi, maestosa, dai tempi degli imperatori. Dopo, prima di andare a rendere omaggio all'altro sovrano, fate una deviazione verso les Halles du Boulingrin, il mercato in stile liberty che ricorda una stazione. Qui non partono però i treni ma si viene per assaggiare le specialità locali come il prosciutto, il formaggio di Langres e soprattuttto i Biscuits Roses de Reims. Sono una istituzione e, si dice, che il massimo lo diano intinti nello champagne.
Eccolo di nuovo, l'altro mito della regione. Ed è tempo di scoprirlo: per farlo non c'è scelta migliore che regalarsi una visita alle grandi «maisons» che qui hanno sede e cantine: c'è solo da scegliere se puntare ai nomi celebri allineati lungo la collina de Sainte-Nicaise (Veuve Clicquot, Taittinger, Moët-Chandon, GH Mumm, Pommery) o scommettere su piccoli produttori. Altrettanto emozionante è uscire dalle città e tuffarsi tra i vigneti, che paiono un ricamo tanto sono curati, e seguire la Route Touristique du Champagne. Sarà possibile visitare le cantine, sprofondare nelle grotte sotterranee scavate nel Medioevo dove si conservano milioni di bottiglie a umidità e temperatura costante (portatevi un maglione) e andare nei villaggi dei dintorni che meritano altrettanto una visita. E se arriverete sino ad Epernay imboccate con rispettosa fierezza l'Avenue de Champagne. E' lunga nove km e ospita, a sua volta miti con le bolle come Perrier-Jouët, de Venoge, Pol Roger, Mercier.
Dopo l'ennesima sosta, e degustazione, fermatevi un attimo e tornare col pensiero all'angelo che sorride sulla facciata della cattedrale. Adesso, che un po' conoscete questa terra, capirete facilmente perché qualcuno ha scritto che «Quando un uomo dice di no allo Champagne, dice no alla vita». Anche gli angeli da queste parti lo sanno. E dolcemente, dopo un sorso di quello buono, ce lo fanno capire.
Nei dintorni di Reims sono molti i villaggi che meritano di essere visitati: per la gran parte sono paesini placidi, con vie strette e scorci suggestivi che si affacciano sui vigneti. Ma uno dei più celebri è senz'altro Hautvillers a meno di 30 km da Reims, che non a caso è la culla dello Champagne.
Qui, nell'antica abbazia benedettina, il monaco cellario Dom Pérignon scoprì nel XVIII secolo il metodo di spumantizzazione del vino. La tomba di Dom Pérignon si trova ancora oggi nel coro della chiesa abbaziale di Saint Sindulphe tra le case decorate con graziose insegne in ferro battuto.
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