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Essenza di Fiandra. Alla scoperta della città di Mechelen: un tempo fu capitale, ora è un gioiello

Mechelen (Fiandre)

Mechelen (Fiandre)

di Luca Pelagatti

30 Novembre 2024, 17:58

Segnatevi questo indirizzo: Haververf, all'altezza del civico 18. Li c'è una lunga panchina affacciata su un canale. A fianco ci sono un paio di statue ma voi, semplicemente, sedetevi e guardatevi intorno. Su un lato dell'acqua, torpida e grigia, una barca trasformata in una brasserie placidamente galleggia. Dietro ecco, maliarde, le case coi soffitti a gradoni e le facciate colorate. E voi, dalla vostra panchina, senza nessuna fretta, lasciate andare lo sguardo, sospendete la fretta e fatevi prendere dallo spirito del posto.

Ci sono forse molti modi per provare a capire cosa sono, e sono state, le Fiandre (www.visitflanders.com/it): se è esistita quell'epoca dell'oro per l'Europa che si chiama Rinascimento si deve, è ovvio, all'Italia, alle nostre città, alle nostre bizzose signorie. Ma senza questi luoghi quella rivoluzione di cultura, bellezza e sapere, a cui oggi dobbiamo dire grazie, forse non sarebbe esistita. E per capirlo, appunto, occorre andare a quella panchina al numero 18 di Haververf. Da dove partiamo per raccontare cosa sia Mechelen (www.visit.mechelen.be/) . E quindi le Fiandre. E, di conseguenza, il Belgio.

Ecco, ci sono paesi che, con prepotenza, si impongono all'immaginario comune. Il Belgio no, qui la consapevolezza che non c'è bisogno di alzare la voce è patrimonio comune. Perchè basta quella panchina per regalare un'esperienza che non è facile dimenticare.

Ma, la domanda è lecita, dove siamo? Siamo, come detto a Mechelen, una cittadina di neppure centomila anime nel cuore delle Fiandre, tra Bruxelles e Anversa, che a cavallo del 1500 fu la capitale dei Paesi Bassi. Poi la storia, da queste parti sempre complicata, le tolse il blasone politico. Non quello della bellezza. Questa resta una delle più affascinanti città d'arte di questa parte d'Europa e si vede: e un weekend qui regala sicure emozioni.

Per arrivare basta salire su un volo diretto dall'Italia e prendere il treno dall'aeroporto di Zaventem, il principale del paese: in poco meno di 25 minuti si arriva alla stazione di Mechelen. Già scendendo dalla moderna struttura di legno e ferro che avvolge i binari si coglie la malìa di un Medioevo ancora a portata di mano. Subito si dipanano strade acciottolate, teorie di antichi edifici in pietra e, lontana ma non troppo, la austera torre di una cattedrale. Bastano forse dieci minuti e si arriva al Grote Markt, la piazza centrale.

Se sulla panchina occorreva tenere a bada la fretta qui è necessario proprio azzerarla. Tutto intorno ci sono palazzi che spaziano dal XVI secolo al più tardo rococò, i reperti archeologici emersi durante gli scavi di un parcheggio, locali accoglienti per una birra – siamo in Belgio, ricordiamolo- e soprattutto il Municipio, di pietra ma pare fatto all'uncinetto, e la chiesa degli arcivescovi. E' la cattedrale di San Rumbold e ha vissuto mille vite dalla sua fondazione nel XIII secolo: fu saccheggiata, bombardata e segnata da incendi. Ma resiste e incute soggezione col suo altare del 1600 e la sua torre da oltre 97 metri. Da qui, occorre rallentare ancora. E lasciare andare ancora il passo. L'ente del turismo, volendo , offre gratuitamente degli auricolari, bizzarramente a forma di cornetto, che spiegano cosa stia intorno, che guidano il cammino. Ma anche senza ci si può affidare allo sguardo, al caso, alla curiosità. Una sosta, doverosa, la si deve al Museum Hof van Busleyden. Era il palazzo di un umanista illuminato, amico di personaggi come Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro, fondatore dell'Università di Lovanio, un luogo di bellezza e cultura. Come dicevamo se è esistito il Rinascimento qui si capisce come e perché. Una deviazione verso il beghinaggio, patrimonio Unesco ed esempio di una cultura e una tradizione che esiste solo qui, e poi via verso Bruul, la via dello shopping più trafficata di Mechelen o la parallela Izrenleen. Qui ci sono botteghe storiche dove assaggiare cioccolato e acquistare formaggio, dove sostare per una pausa golosa o solo guardare. Alla fine, quando scende la sera, vale la pena di andare oltre e arrivare a quella che, nell'ostica lingua fiamminga, è la via dei marinai e poi alla piazza che fu del mercato del pesce. Ci sono ristoranti e tanta gente ed è bello concedersi un aperitivo sulla riva del canale. Qui passano ancora le barche delle gite turistiche e i palazzi d'epoca si mescolano al metallo dei ponti moderni e del design delle archistar. Dopo una doverosa ultima birra in un  bruin cafè, un locale della tradizione, tornate al 18 di Haververf. Seduti, nel silenzio, provata ad origliare il rumore dell'acqua. Se fate attenzione il suono è quello del tempo. Che qui, (www.visitflanders.com/it) bonariamente, sembra scorrere con più dolcezza.

Idee

Gli indirizzi

Hotel Vé

Un albergo centralissimo, di fronte al canale, ricavato in vecchi palazzi dove gli arredi moderni si sposano alle antiche pietre. All'interno anche un buon ristorante. www.hotelve.com/en

Brouwerij Het Anker

Het Anker è uno dei birrifici più antichi del Belgio visto che dai documenti risalirebbe al 1369. Ora si viene qui per assaggiare le birre Gouden Carolus e mangiare robusti piatti della tradizione. www.hetanker.be/en

De Gouden Vis

Un bar tradizionale con ricca scelta di birre e un delizioso balcone affacciato sul canale. www.degoudenvis.be

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