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Gorizia e Nova Gorica erano il confine: ora sono le capitali europee della Cultura

Gorizia e Nova Gorica erano il  confine: ora sono le città Europee della Cultura

di Luca Pelagatti

21 Marzo 2025, 18:35

C'era una volta un muro. No, non pensate a quello di Berlino. Questo era un muro molto più modesto, prima una grumo di filo spinato e poi giusto una gettata di calcestruzzo di mezzo metro, sormontata da una ringhiera di un metro e mezzo. Niente di troppo arcigno, insomma, ma comunque era una barriera feroce. Da una parte era Italia, l'Europa, terra libera d'Occidente. Dall'altra Jugoslavia, l'Est, l'altro mondo oltre la cortina. E più che il muro, per capirlo, occorreva guardare in alto. C'era una scritta e una stella rossa: «Mi gradimo socializem», noi costruiamo il socialismo, diceva il proclama piazzato sopra una facciata. Storie del passato? Non troppo: ora guerre e odi sembrano tornati di moda ma quello che muro era? Da una parte c'era Gorizia (www.turismofvg.it), città italiana con una storia antica, dall'altra Nova Gorica, città praticamente inventata per rappresentare la repubblica slovena nella Repubblica socialista federalista di Jugoslavia.

Perché parliamo di tutto questo? Perché oggi che il muro è caduto, che l'Europa è una sola per la prima volta Gorizia e Nova Gorica sono chiamate ad un ruolo fondamentale: quello di essere le Capitali Europee della Cultura 2025. Una sola capitale per due città unite dal fatto di essere capitali senza confini. Mentre in realtà erano loro il confine. Quando infatti i soliti burocrati stabilirino il il limite – c'erano case con cucina da una parte e il bagno all'estero – la gente rimase ingabbiata. E con loro la vita quotidiana. La Gorizia medievale è un luogo d'altri tempi, acciottolata e fiancheggiata da vivaci caffè, dominata da un imponente castello vecchio di secoli. Al contrario, Nova Gorica, progettata per mostrare al mondo che la Jugoslavia di Josip Broz Tito era capace di uno sviluppo urbano su larga scala, è modernista, scarna, uno skyline di cemento tutt'altro che fascinoso. Poi, per fortuna con l'ingresso della Slovenia nell'UE nel 2004, il confine è svanito e oggi, appunto, le due città sono unite: capitali della cultura dello stesso continente. E quello che separava ora unisce.

Il punto di partenza obbligato per andarlo a scoprire è piazza ddella Stazione Transalpina dove c'è una targa e un mosaico che ricorda dove si alzava il muro: adesso le persone si fanno i selfie con un piede in Italia e uno in Slovenia. Da qui si parte poi per andare a scoprire Gorizia e la sua anima antica con grandi piazze e facciate dei palazzi storici. Camminate senza fretta e soffermatevi n piazza Cavour, con i palazzi più imponenti del '500 intorno per poi imboccare la via pedonale Rastello che alla fine porta alla piazza più grande della città: piazza Vittoria. Guardate la vicina chiesa di Saant'Ignazio: quelle cupole a cipolla fanno capire che l'est e la Mitteleuropa iniziano qui. La passeggiata, invece, prosegue tra una infilata di palazzi splendidi e si trova anche il Duomo. Oggi, lo abbiamo detto, regna la pace e il confine è sparito: ma ci sono molti luoghi da vedere per ricordare i tempi oscuri delle bombe come il Museo della Grande Guerra ma, forse ancora di più, Il Parco della Pace Monte Sabotino che si trova sul monte omonimi, a 600 metri d'altezza sopra la pianura dell’Isonzo e della valle in cui sorge Gorizia.

E' un museo transfrontaliero tra Italia e Slovenia, all’aperto e fa rivivere i tempi delle trincee e delle granate. Andando a Nova Gorica invece si trova uno stile completamente differente: qui non esiste storia visto che la città nacque da zero nel 1948. Ora c'è una zona pedonale ma l'atmosfera, per forza di cose, è assai diversa e la prima passeggiata risale al 1950 mentre i palazzi più importanti ospitavano un panificio, un supermercato, la prima caffetteria della città e il mercato cittadino. Da li a qualche anno sorsero poi grandi alberghi e casinò: ma questa è una storia del tutto diversa così come molto diversi da quelli di Gorizia sono i palazzi di piazza Icarus o Bevkov Trg, la piazza centrale della città. Qui si innalza la Casa della Cultura negozi e bar tra cui, il più noto, Fabrika, punto d’incontro dei giovani e non solo della città. Loro si danno appuntamento qui e non sanno forse neppure che a poca distanza da qui c'era un muro. Loro si sentono europei, parlano italiano e sloveno e non hanno paura. Ed è bello pensare che, al di la, della Capitale europea tutte le città dovrebbero essere così.

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Gli eventi
Il programma di eventi per Gorizia-Nova Gorica (www.go2025.eu/) per il 2025 è molto ricco: si parte con la mostra dedicata a Ungaretti poeta e soldato, al Museo di Santa Chiara e visitabile fino al 4 maggio 2025, e dall’esposizione che vede protagonista Andy Warhol, negli spazi di Palazzo Attems Petzenstein. Tra le grandi mostra annunciate, andrà in scena da ottobre 2025 ad aprile 2026 Confini. Da Turner a Monet a Hopper, a Villa Manin. Più in generale il programma si articolerà intorno a quattro macrotemi: Contrabbandieri, Guerra e pace, Creazione del nuovo e Molto verde.

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