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VIAGGI

Anafi, l'isola di Apollo

Secondo il mito, ospitò gli Argonauti. Oggi attira chi cerca la Grecia più vera

Secondo il mito Anafi ospitò gli Argonauti. Oggi attira chi cerca la Grecia più vera

di Lucia Galli

21 Settembre 2025, 21:49

Anafi, bella scoperta. Anzi una apparizione. Ha il nome fascinoso di un antico verbo greco - «anafaino», appaio all’improvviso - e tutto l’appeal dei miti ellenici questo scoglio del mar Egeo dove non si approda con facilità e proprio per questo, poi, si sta benissimo, soprattutto a fine stagione ed in autunno, quando i colori tornano pieni e le rotte più vuote.
Per approcciarla citofonare Giasone che con il suo equipaggio di Argonauti se la sarebbe vista molto male se, appunto, non gli fosse apparsa questa isola a salvarlo da naufragio sicuro. Navigava in cattive acque, al rientro dalla Colchide e dalla sua impresa per conquistare il vello d’oro; temendo il peggio, invocò Apollo che gli parò davanti un approdo sicuro. Out of the blue, all’improvviso, direbbero gli inglesi; Anafi, dicevano gli antichi e così è rimasta quest’isola che di blu ha tutti colori del pantone a frangersi in mille onde variopinte sulle sue coste dorata da una sabbia finissima.
Apollo si impegnò assai per creare questa roccia che difficilmente si scorda perché è davvero tutta d’un pezzo: il suo profilo inconfondibile si chiama Kalamos e si impenna fino a 400 metri di quota grazie ad un monolito calcare superato, nel guinness europeo, solo dalla rocca di Gibilterra.

Eppure Anafi resta umile: sarà perché di fronte, a poco più di un’ora di traghetto – è così che ci si arriva – svetta Santorini, la modaiola da tutto esaurito. Difficile trovare due isole più vicine e più diverse. Ed allora «Kalos Ilzate», benvenuti dove tutto scorre più lento e come un tempo. Ad Anafi il traghetto arriva quasi sempre di notte. Il porto di Aghios Nikolaos è una poesia di pochi versi: un molo, una spiaggia che scompare se le onde sono più forti, una taverna che apre tardi perché il pesce prima va pescato. C’è pure una vecchia darsena che ospita una biblioteca ed una strana porta che ad aprirla ci trovi dentro un bancomat. Il porto è come sempre un antipasto di un menù assai ricco che qui conta ottime materie prime: il bianco delle case cicladiche, il vento di meltemi che accarezza le ore, il viola del tramonto e le note di un antico bouzuki per le ore più liete.
Le spiagge di Anafi guardano tutte a sud. Non hanno ombrelloni ma tamerici che «vanno a ruba» fin dalle prime ore dell’alba. Anzi, qualche nostalgico hippie e molti backpackers di ultima generazione non si schiodano dall’ombra delle piante se non per tuffarsi fra le onde o in taverna. La loro spiaggia preferita è anche quella degli altri, Roukounas, una lunga distesa dorata dove il mare può essere più oceanico nei giorni ventosi o piatto come una pittura ad olio, quando Apollo si ricorda del suo scoglio.
Le altre spiagge? Si raggiungono anche a piedi attraverso un sentiero litoraneo che le collega tutte.

La «passeggiata da record», però, è quella che in un’ora e mezza conduce al monastero alto dedicato alla vergine Kalamiotissa: abbarbicato in cima al monte Kalamos, ricorda un’icona molto tenace che, in epoca bizantina, «volò» appesa ad una piuma in cima a quelle crode. Arrivarci o in attesa dell’alba o al tramonto è l’esperienza che tutti raccomandano sull’isola.
Chora è l’unico paese di Anafi: costruito, come sempre nelle Cicladi, in alto, per vedere prima l’arrivo dei guai via mare.
Un dedalo di viuzze, con passaggi spesso più stretti di un metro e poi piazze e terrazze che si allargano sul blu infinito dell’Egeo. E’ qui che si viene al mattino presto quando solo la panetteria già sforna leccornie e tutti ancora dormono o si plana la sera per gustarsi al tramonto tutte le lusinghe dei suoi molti caffè e taverne. Sono sincere, ruspanti, la musica non è una colonna sonora già sentita, ma ha spesso le «vibes» di una voce che intona dal vivo melodie greche.
E «naufragare» qui, per una volta, è davvero una piacevole emozione.

Idee
Come arrivare
Anafi è molto vicina a Santorini (di sera mentre si cena nelle taverne di Chora se ne vedono le luci) ma non è così facile raggiungerla: sull'isola non c'è (ancora) un aeroporto e quindi occorre prendere la nave: dal Pireo con i grandi traghetti servono almeno 9 ore.
Più comodo e veloce allora volare su Santorini (ci sono voli low cost) e poi prendere sul traghetto che in una ora e mezzo circa arriva ad Anafi. Ma con una annotazione: i traghetti non ci sono tutti i giorni e arrivano sempre e solo di notte (intorno alle 2 circa). Chi affitta stanze sull'isola lo sa e vi verrà a prendere al porto al vostro arrivo e vi riporterà indietro per la partenza.

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