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Omaggio a Vittorio Adorni

Mercoledì 28 alle 21

Omaggio a Vittorio Adorni

27 Dicembre 2022, 15:09

Un doveroso tributo a Vittorio Adorni. Per raccontarlo 12Tv Parma  ripropone questa sera alle 21,00 , le tre parti  in cui  lo stesso Vittorio  sfoglia il suo album di ricordi.

Racconterà Adorni nella prima parte, quando il 14 novembre del 1937 nasceva nella casa di famiglia in via Mantova, allora comune di San Lazzaro Parmense, quando iniziò a lavorare al fianco dell'orologiaio Cilién, il re della burla, ma anche quando, operaio Barilla, ottenne dal signor Pietro la possibilità di allenarsi prima di andare in officina oppure quando, grazie all'esclusione dalle Olimpiadi di Roma, vinse per la rabbia una gara con distacco chilometrico e Learco Guerra lo fece diventare professionista.

E poi la sua avventura televisiva grazie a Pippo Baudo, l'intervista con Sergio Zavoli a Pier Paolo Pasolini, la vittoria al Giro d'Italia del 1965 e la sua carriera da dirigente nel ciclismo mondiale una volta sceso dalla sella.

Dopo averci fatto rivivere nella prima parte   la sua vittoria ai mondiali di Imola,segue il momento di riavvolgere il nastro agli inizi della sua vita, alla sua infanzia, ai primi lavori e, soprattutto, alle sue prime imprese in sella ad una due ruote.

«Sono nato il 14 novembre del 1937 a San Lazzaro, che poi è Parma, perché la mia casa era in via Mantova, poco prima dell'attuale cavalcavia, ma allora era un altro comune... E non sapete quanti grattacapi mi ha creato questa cosa: tutti pensavano che fossi di San Lazzaro bolognese». Difende subito la sua parmigianità Vittorio Adorni nella seconda parte  di 'Vittorio Adorni si racconta', «Il telaio della mia prima bicicletta lo conservo gelosamente a casa mia», racconta Vittorio. Con quello vincerà la sua prima gara, la Reggio-Casina a cronometro «anche se ho saputo di essere arrivato primo solo il giorno dopo quando ho letto i risultati sulla Gazzetta di Parma».

E poi l'amore per Fausto Coppi, «quando vinceva andavo in mezzo a via Mantova ad urlare di gioia», il fiuto di Learco Guerra che lo fa diventare professionista e il sostegno del signor Pietro Barilla che «mi permetteva di entrare dopo in fabbrica per farmi fare gli allenamenti». E poi le Olimpiadi di Roma del 1960 solo sfiorate, «ma la rabbia per la esclusione mi fece diventare ancora più forte», il lavoro da garzone che, durante le consegne, si portava «la bici stretta in spalla anche se c'era da salire al terzo piano perché avevo paura che me la rubassero» o il compito di caricare le sveglie nel negozio di Cilién, «l'orologiaio che mi prese a lavorare al suo fianco».

«Le mie vittorie più belle? Forse sono quelle dove sono arrivato secondo». Ironizza così Vittorio Adorni nel lungo racconto della sua vita nella terza ed ultima parte ricca di immagini e racconti inediti. Adorni descriverà le altre grandi impresa fatte nella sua vita, ad di là del grande successo ai mondiali, come la vittoria nel giro d'Italia del 1965 o la grande impresa nel giro del Belgio del 1966. Ma c'è spazio anche per i successi in Svizzera, per le grandi classiche, le cronometro e poi, perchè no, i secondi posti che ancora bruciano nel cuore di Vittorio. Ma questa puntata di 'Vittorio Adorni si racconta' c'è anche tanto altro. C'è il Vittorio presentatore televisivo per volere di Pippo Baudo, il Vittorio intervistatore nel 'Processo alla Tappa' con l'amico, amico vero, Sergio Zavoli ed anche l'Adorni dirigente sportivo nell'Unione Ciclistica Internazionale. Ultimo ma non ultimo la sua famiglia. A partire dalla moglie Vitaliana, campionessa di sci, conosciuta per caso in una vacanza in montagna ed i figli Viviana e Vanni. Insomma il terzo ritratto di un personaggio unico e cortese, e non solo in sella. Un racconto tutto d'un fiato di una Parma che non c'è più piena di personaggi, immagini inedite e, ovviamente, tanta  bicicletta ,realizzato da  Giuseppe Milano e Fabrizio Bertolotti Il programma è visibile sul canale 16 del digitale terrestre, sul canale 5016 del bouquet Sky  o diretta streaming  e on-demand su www.12tvparma.it

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