×
×
☰ MENU

Dieci cose di Parma che conosce solo chi è di Parma

Dieci cose di Parma che conosce solo chi è di Parma

di Gino Rocetti

03 Novembre 2014, 08:30

1) Il profumo inebriante di pane davanti alla Pandea, di giorno, su via La Spezia, di fronte al Cavagnari.

2) Prima di essere "solo" una paninoteca, da Pepen si mangiavano anche lasagne e primi piatti. E non erano male. Ma mai come lo Spacca e la Carciofa.

3) Nei sentieri del torrente Parma puoi trovare di tutto, baracche, villette, galline, cavalli, perfino un piccolo appezzamento agricolo, dalla parte che costeggia via Po, ora probabilmente portato via dall'alluvione di lunedi 13 ottobre.

4) Di fianco al Duomo c'è un vicolo ribattezzato da generazioni di parmigiani quindicenni "borgo piscio", fino a quando gli abitanti hanno deciso di metterci un cancello per evitare l'anarchia degli adolescenti incontinenti. Onestamente, hanno fatto bene a metterci quel cancello.

5) Un tempo in piazzale della Pace, al posto di giovani con la chitarra e i tamburelli, prima dei palloni da calcio, c'era un parcheggio. Era brutto, ma non era male avere qualche appiglio per arrivare in centro. I posti auto sarebbero da tutelare come una specie protetta, ormai.

6) Nel parco nascosto e più bello della città, i giardini di san paolo, Stendhal ha ambientato l'incontro d'amore tra i suoi due protagonisti della Certosa di parma. Molti giovani si sono baciati per la prima volta in questo angolo di verde. Vallo a dire oggi ai ragazzini che stanno ?ì per mandare in fumo questi ricordi.

7) Sul ponte di mezzo c'era una statua sacra, quella di San Giovanni Nepomuceno. I parmigiani la chiamavano nè pu' nè meno, in modo scherzoso. Gli anarchici però erano un po' meno scherzosi, nel 1914 durante le sommosse la buttarono in acqua. Erano così, ma di fronte a Padre Lino non dicevano nulla, perchè era l'unico sacerdote che rispettavano.

8) La divisione tra centro storico e Oltretorrente, fra potere e ribellione, è più un ricordo vivo che una realtà attuale. Se una città parallela esiste, esiste in ogni angolo, in ogni borgo.

9) Esiste invece una rivalità profonda, bonaria, radicata e ancestrale: quella con Reggio Emilia. È inutile, sono due opposti che non si integrano, così vicini da essere agli antipodi. Ogni parmigiano lo sa: appena sente un accento d'oltrenza, appena sente la parola "Reggio" subito scatta un atavico senso di orgoglio, di diffidenza.

10) Per ultimo, c'è una cosa che un parmigiano con più di venti anni conosce di Parma, anche se oggi non c'è più. La pizza di Poldi. Un appuntamento fisso per tanti fogonari. Un ricordo semplice, bello come una Madeleine perduta.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI