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Visioni d'artista

Stefano Spagnoli, eclettico «angelo della libertà»

Stefano Spagnoli Eclettico «angelo della libertà»

di Katia Golini

21 Settembre 2025, 15:42

Èimpossibile ingabbiare in una definizione Stefano Spagnoli, colto intellettuale, collezionista raffinato e curioso, ideatore di eventi indimenticabili e soprattutto artista. E' impossibile chiudergli l'estro dentro spazi definiti: la sua mente vola oltre i confini della conoscenza, oltre lo spazio e il tempo in un vortice inarrestabile e costante. E' impossibile isolare un'opera rappresentativa del gigantesco corpus prodotto nei decenni in un'incessante attività, iniziata da ragazzino negli anni sessanta, proseguita finora e destinata a continuare. Dipingere, assemblare, cercare, frugare nei meandri dello scibile, studiare, raccontare - a parole e con le immagini - è per Stefano Spagnoli necessario come respirare.
Giocoliere delle forme, ironico inventore di spazi, vulcano di idee rivela attraverso la vasta produzione artistica una capacità inusuale di comporre citazioni colte con garbo tale da renderle quasi invisibili. Eppure, che si tratti di tele, sculture, collage, l'universo di Spagnoli è popolato di una tale varietà di amicizie e legami con i grandi maestri della storia dell'arte moderna e contemporanea da sbalordire.


Alla mostra in corso all'Ape Parma Museo - occasione per scoprire anche l'attività del padre Arnaldo, a cura di Stefano stesso e della moglie Maria Cristina Soldati - è stato dato un ordine alla sua produzione artistica, compiendo un lavoro titanico. Si va dai primissimi passi figurativi mossi nella «casa rossa» sulle orme del padre ai famosi pupazzi - ispirati agli amati giocattoli di una volta e a Klee, uno dei suoi preferiti - fino ai Totem, realizzati con pezzi di scarto, agli Angeli guerrieri, e ai Mostri, figure deformi, spaventose che rimandano ai poteri malvagi promotori di guerre, distruzioni, abominevoli azioni. Anche in questo caso però è impossibile trovare una successione cronologica ordinata: i periodi esistono ma tutto torna, sparisce e ricompare, proprio come in un magistrale gioco di prestigio.


Incurante delle logiche del mercato, «Stefano Spagnoli ha sempre vissuto nel mito della Gesamtkunstwerk - scrive Arturo Carlo Quintavalle -, l'opera d'arte totale, teatro e messa in scena». Un «angelo della libertà», come lo definisce la figlia Isabella nel saggio del catalogo - che vero e proprio catalogo non è - edito da Mup.

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