Berceto
Berceto Nonostante la nuova legge che lo consentirebbe, Luigi Lucchi ha preferito di ritirarsi dalla corsa a primo cittadino nella recente chiamata alle urne, che ha portato all’elezione di Simona Acerbis.
Una carica, quella di Luigi Lucchi, ricoperta dal giugno 2009. Rimpianti? «Tantissimi ripianti – spiega Lucchi - e se avrò le capacità scriverò un libro su tutto quanto non ho fatto. Amo Berceto e ho cominciato ad interessarmi di politica e amministrazione nel 1972. So benissimo che cosa andrebbe fatto, anche con molto coraggio, come la rigenerazione urbana per rendere il nostro paese ancora più bello come del resto anche i nostri meravigliosi paesini».
Quindici anni da sindaco, vissuti intensamente, «soprattutto con gioia, gratitudine verso la mia comunità e le tantissime persone che mi hanno aiutato. Da solo non sarei riuscito a fare nulla. Certamente sommerso dai problemi quotidiani perché ho favorito il ruolo del Comune al servizio del cittadino e dei suoi bisogni. L’Amministrazione è stata disponibile ad interessarsi e ad aiutare su tutto. Anche competenze che non sono dei Comuni ma sono esigenze importanti per ogni abitante e il Comune è stato un aiuto indispensabile. La mia porta era sempre aperta e il mio cellulare acceso giorno e notte, festivi e non festivi». E in fatto di esperienze? «In questi 15 anni da sindaco di Berceto ho imparato a voler bene alle persone. Ogni persona ha un lato buono, altruista, dal quale, molte volte, si lascia guidare per aiutare gli altri, per contribuire ad accrescere anche il bene comune. Senza questo aspetto buono delle persone, come sindaco, non sarei riuscito a fare nulla. Ho tanti debiti di riconoscenza e verso tanti, tantissimi, direi tutte le persone incontrate e che con entusiasmo si sono lasciati coinvolgere dalle attività di una povera amministrazione comunale e da un sindaco che non ha smesso di sognare».
E nel futuro? «Sono a disposizione con la mia esperienza, i miei sogni, le mie idee e la tenacia che hanno contraddistinto la mia vita amministrativa anche quando ero consigliere comunale, dal 1985 al 1990. Tutto questo nella consapevolezza che sindaco sarà un altro o un’altra. È il sindaco che ha le responsabilità. Non si può pretendere di decidere quando altri sono responsabili. Sono cultore, inoltre, della libertà e avendo sempre tutelata la mia da ingerenze, non sempre cristalline, saprò rispettare la libertà degli altri».
Sentirsi indispensabile, conclude Lucchi, «sono tentazioni che possono annidarsi in chi non ha autoironia. In chi si esalta per la stima e notorietà diffusa di cui è circondato. Tutte cose che ovviamente mi fanno piacere ma non mi allontanano dalla granitica convinzione che di persone che si ritenevano indispensabili sono pieni i camposanti».
V.Stra.
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata