«Se un giorno tornerai», l'ultimo film del regista parmigiano Marco Mazzieri è stato selezionato per concorrere al Globo d'oro, il premio dei giornalisti della stampa estera.
Dopo le anteprime sold out della scorsa estate all'arena del cinema Astra, il film - nella top 50 delle pellicole più viste a Parma nel 2020 - continua il suo percorso: così come Mazzieri, intervenuto in streaming sul sito del Globo d'oro in un incontro virtuale con i membri della giuria. Per parlare della «storia di un amore ritrovato: ho fatto l’università del cinema con Michelangelo Antonioni che per me ha segnato una barriera, del raccontare attraverso immagini e non con le parole. E qui abbiamo fatto questa scelta, di sottrarre spiegazioni e parlare con le immagini». D'altro canto l’incomunicabilità è uno dei temi forti della pellicola: «Attanaglia tutti noi. Siamo più bravi a scrivere frasi sciocche sui social che a dire a qualcuno “ti voglio bene”. Stiamo diventando un po’ artificiali, questi mezzi ci hanno reso incapaci di comunicare i nostri sentimenti».
Un film, «Se un giorno tornerai», sul perdono, «sulla capacità - spiega Mazzieri nell'intervista ancora disponibile nell'home page di www.globodoro.com -,
di perdonare, anche i propri errori. Ma - precisa - non c’è nulla di autobiografico, io e mia moglie andiamo molto d’accordo, scriviamo insieme e siamo anzi molto uniti». Anche se qualcosa di autobiografico in realtà c'è: «I mille volti che Paolo, il protagonista, sta dipingendo sono un mio progetto, li proporrò in una personale nel 2022: alcuni di questi sono nel film. Inoltre la casa del film è dove io effettivamente ho abitato...». r. s.
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