Recensioni
In un film di «famiglie» (ma senza la presenza di genitori, se si esclude la «nonna», che poi è una madre, simbolicamente la madre di tutti), la dedica principale è: «To dad». Sui titoli di coda Steven Spielberg paga il suo debito sentimentale verso il padre, con un musical che è un film d’amore assoluto. Soprattutto un atto di devozione purissimo nei confronti del cinema, inteso come sogno, movimento, artificio. Nel suo remake di «West side story», spazio anche ai temi politici (le barriere, i confini da non superare, la paura dell’altro), ma non si può negare che siano un qualcosa che manda in «estasi» specialmente la critica, che forse in maniera «acritica» non ha considerato del tutto che il messaggio politico del film del 1961 di Robert Wise e Jerome Robbins era comunque più forte e urgente.
Le macerie su cui si sviluppa questa storia di scontri tra bande rivali, in lotta per un quartiere in via di demolizione, portano a galla l’odio di chi ancora non sa che cosa significhi amare, mentre due giovani di etnie diverse, destinati ad andare incontro alla tragedia, sognano una felicità impossibile. Dunque «Romeo e Giulietta» sì, contesto politico sì, ma, cosa più importante, tanto cinema: luci, ombre, colori, set, movimenti di macchina (il lunghissimo dolly d’apertura, quello ascensionale della chiusura, piani sequenza, volteggi della macchina da presa «dentro» le coreografie musicali). Qualcosa su cui concentrarsi (molto più che sulla storia) per apprezzare davvero il primo musical di Spielberg.
LA SCHEDA
Regia: Steven Spielberg
Interpreti: Ansel Elgort, Rachel Zegler, Ariana DeBose
Usa 2021, 2 h e 36'
Genere: Musical
Dove: The Space Campus e Parma Centro
Giudizio: 3 su 5
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