cinema
Ci sono tanti modi di celebrare l’empowerment femminile. Questo film d’esordio di Francesco Costabile, passato a Berlino, è insieme «un inno a tutte le donne che lottano», come ha detto l’autore, e un sogno amniotico su una terra madre e matrigna, che si vorrebbe dimenticare ma che ti strattona l’inconscio anche quando te ne sei andato. La Calabria profonda della ‘ndrangheta, dei legami di sangue, della cultura patriarcale appartiene ai ricordi del regista. Ma è anche ispirata al libro di Lirio Abbate «Fimmine ribelli» e alle prime donne che hanno avuto il coraggio di rompere l’omertà.
Maria Concetta Cacciola, Giuseppina Pesce (andate a cercare le loro storie) rivivono nella protagonista del film, la cui madre è stata ammazzata brutalmente per «aver parlato». Rosa non ricorda bene la morte della mamma ma il trauma è ancora forte dentro di lei e nutrirà la sua ribellione, a dispetto della negazione violenta del ricordo da parte degli altri membri della famiglia. L’universo bestiale che imprigiona i personaggi, la sudditanza eterna delle donne, vengono ben raccontati da codici visivi personali, talvolta ai limiti del delirio. Una chiave espressionistica a volte visionaria, a volte di una drammaticità caricaturale. Il volto da guerriero navajo di Lina Siciliano brilla quando la recitazione passa dagli occhi, diventa totem nei momenti meno partecipati. L’effetto cartonato di alcune (poche) sequenze e qualche ingenuità di racconto sono i difetti del film. Ma per la sua forza vale la pena di alzarsi dal divano e reimmergersi nel grande schermo.
SCHEDA
Regia: Francesco Costabile
Interpreti: Lina Siciliano, Simona Malato, Luca Massaro, Mario Russo
Italia 2021, 1 h e 42'
Genere: Drammatico
Dove: The Space Campus
Voto: 4/5
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