L’azienda agricola Casa Lanzarotti nasce da un sogno e gli somiglia moltissimo. Nel 1992 fu una ragazza svizzera, Iris Wittwer, insieme al marito Gianluca Thorimbert, a dare nuova vita alla cascina abbandonata. L’antica costruzione in pietra, che ne è il cuore, venne ristrutturata in stile originale.
Immersa nel verde in località Roncole di Albareto, con vista mozzafiato sulla Valtaro, l’azienda è oggi un fiorente esempio di agriturismo familiare. «Cerchiamo di fare colture molto diverse - racconta Iris, che ne è titolare - in modo da avere alimenti autoprodotti e biologici. Alleviamo bovini da carne, maiali per i salumi, pecore, galline, polli. Nel grande orto coltiviamo aglio, cipolle, frutta, verdura e patate. Ogni due anni, i cereali, la segale e il frumento per il pane. Abbiamo inoltre il mais per la nostra polenta».
«All’interno di un piccolo laboratorio attrezzato - aggiunge - trasformiamo i prodotti per l’azienda. Produciamo succhi di frutta, marmellate, conserve di verdura e il pane, rigorosamente da pasta madre e cotto nel forno a legna».
Cresciuta vicino a Berna, la Heidi dell’Appennino parmense ha sempre avuto la passione per l’agricoltura, che dopo l’Università l’ha portata a trascorrere un intero anno di lavoro in un’azienda. «Qui in vallata - ricorda - restavano tutti colpiti vedendo una ragazza sul vecchio Same, il nostro primo trattore, a fare il fieno. Restavo spesso sola ad occuparmi di tutto, quando mio marito andava all’estero per le missioni umanitarie con la Croce Rossa. Lui ha grande dimestichezza con la riparazione dei motori, ma credo che noi donne abbiamo come punto a nostro favore la visione d’insieme nella gestione d’azienda. Per fortuna ho potuto anche contare sulla solidarietà, trovando grande aiuto dall’Unione Agricoltori per la cura dell’aspetto burocratico e la possibilità di avere un confronto tra addetti ai lavori».
L’azienda Lanzarotti è Casa di nome e di fatto. Da oltre vent’anni, infatti, accoglie giovani stagisti, volontari e studenti Erasmus per periodi di studio-lavoro. «Ospitiamo - spiega Iris con entusiasmo - anche i ragazzi dell’Istituto agrario di Bedonia. Imparano a fare cose pratiche e vivono l’azienda. Per noi, che abitiamo isolati, è come se il mondo ci venisse incontro. Purtroppo non sono potuta diventare mamma, ma mi hanno fatto da figli questi giovani. Anche trascorso il periodo dello stage, resta grande affetto e tornano a trovarmi, a distanza di tempo, con i loro bambini. Ci affezioniamo sempre alle persone che soggiornano da noi e siamo felici di trasmettere la gioia per la vita di campagna».
Nel mondo di Iris Wittwer ogni parola si colora di poesia: «Il momento più bello - conclude - è la mattina presto quando faccio il giro dei miei animali e porto fuori il mulo. In questi giorni mamma pecora ha avuto i gemelli e uno, di cui lei non riesce ad occuparsi, devo allattarlo con il biberon. Sono le mie gioie quotidiane».
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata