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Economia

Banca Generali: dove investire nel 2023

Generoso Perrotta - Responsabile Advisory finanziaria

19 Gennaio 2023, 09:20

Rischi esogeni: quale variabile preoccupa maggiormente per il 2023: recessione, rischi geopolitici, inflazione, energia, Covid, bolla immobiliare…?

L’inflazione è stato il tema dominante dei mercati nel 2022 e probabilmente rimarrà tale anche nel 2023. Nel nostro scenario di base gli effetti delle politiche monetarie restrittive progressivamente ridurranno le pressioni inflattive, nonostante, esista il rischio, comune a molti Paesi avanzati, che rivendicazioni salariali diventino più aggressive di quanto oggi atteso, e sostenere così l’inflazione soprattutto nei servizi. Il rischio geopolitico potrebbe già essere scontato, non è prezzato e non è all’orizzonte un inasprimento del conflitto Russo/Ucraino e un deterioramento ulteriore della situazione in Iran, sebbene restino fonte di preoccupazione. Per tutte queste ragioni è quanto mai importante per i risparmiatori non affacciarsi ai mercati col fai da te ma affidarsi a professionisti nella protezione dei patrimoni.

Titoli di Stato: lo scenario dei prezzi è in miglioramento, ma le insidie non mancano. Meglio investire a breve viste le incertezze sull’inflazione nel lungo periodo?

In queste ultime settimane i prezzi sono in miglioramento e i rendimenti si stanno stabilizzando. La curva dei rendimenti è invertita e pertanto i rendimenti sono più alti sulla parte a breve rispetto a quella a lunga. Ci sono motivi a favore e contro che potrebbero far propendere per investire sia a breve che a lungo termine. Per quanto concerne il breve termine i rendimenti più alti rispetto alla componente lunga li avvantaggia ma il fatto che non siano ancora completamente prezzati tutti i futuri rialzi è un punto a sfavore. La parte a lunga, viceversa, si presenta con rendimenti più bassi rispetto al breve, e questo è un fattore di svantaggio ma, se le attese di bassa crescita economica, in conseguenza ad una restrizione monetaria, dovessero essere peggiori di quanto già non sia prezzato, la parte a lunga sarebbe la prima a beneficiarne dovendo riflettere al ribasso le aspettative di crescita.

Bond: Il contesto rispetto allo scorso anno pare migliore. Cosa scegliere: Paesi sviluppati, emergenti, corporate?

La sorpresa inflattiva del 2022 ha colpito tutte le principali asset class in particolare quella dei bond che hanno fatto registrate uno degli anni peggiore di sempre. Oggi, con le banche centrali in fase avanzata nel rialzo dei tassi, probabilmente la parte governativa sviluppata è una di quelle più attraenti a medio termine. Il principale motivo è che la gran parte del movimento di rialzo dei tassi lo abbiamo alle spalle e questo è il fattore determinante il suo valore. Nella componente corporate prediligiamo la parte investment grade in quanto da un lato correlata ai rendimenti governativi e dall’altro perché l’allargamento degli spread in parte prezza uno scenario futuro di rallentamento della crescita. Sulla componente HY, più correlata al ciclo economico, ad oggi, siamo più prudenti. Ragionamento simile per le obbligazioni emergenti che però, da un lato potrebbero trarre beneficio da un 'eventuale stabilizzazione / indebolimento del dollaro, dopo un anno di apprezzamento.

Azioni: su quali settori puntare (ad esempio bancari, visti i tassi elevati) e quali piazze finanziarie promettono di performare meglio

L’asset class azionaria che al momento si ritiene più promettente è la Cina, su cui si ha un giudizio di sovrappeso. La decisione della autorità di rimuovere le misure anti-Covid potrebbe rilanciare la crescita economica e dare un impulso al mercato azionario. Grazie anche a una politica monetaria espansiva che dovrebbe rimanere a supporto della crescita economica, nei prossimi mesi si potrebbe assistere a una revisione al rialzo delle stime sia sul tasso di espansione del Pil sia degli Eps societari. In tale scenario si mantiene una visione di sovrappeso sull’azionario cinese, che presenta i margini di apprezzamento maggiori grazie a quotazioni in termini di multiplo di bilancio contenute (P/e di 12,0x).
A livello settoriale, in Europa si prediligono bancari, utility e energetici. I bancari potrebbero beneficiare sia del rialzo dei tassi sia di uno scenario economico in peggioramento meno marcato di quanto temuto. Le utility sono da prediligere in un momento in cui i rendimenti dei governativi sembrano avere esaurito la spinta al rialzo mentre gli energetici dovrebbero beneficiare del permanere delle quotazioni del greggio su livelli elevati seppure sotto i massimi toccati nella prima parte del 2022.
In Usa si continuano a preferire i settori meno legati all’andamento del ciclo economico, quali il consumer staples e l’healthcare. Si ha anche una visione positiva sul settore real estate, che potrebbe avere già scontato lo scenario di rallentamento del comparto e beneficiare dell’attesa stabilizzazione dei rendimenti dei governativi a lungo termine.

Commodities: contesto rischioso, si può ipotizzare di puntare, tra Etf, fondi o perfino trade, sulle materie prime?

Nel breve periodo i prezzi del petrolio potrebbero ancora subire elevata volatilità. Lo scenario più probabile è quello riferibile ad una tendenziale lateralità delle quotazioni in attesa di conferme dai dati macroeconomici che forniscano maggiori indicazioni sull’evoluzione prospettica della domanda.

Alternative: mattone e oro sono ancora beni rifugio? Meglio dimenticare le criptovalute?

L’oro è stato penalizzato nella sua natura di bene rifugio nel 2022 a causa dall’aumento dei rendimenti dei Treasury e della forza del dollaro, variabili a cui, storicamente, le quotazioni del metallo prezioso sono inversamente correlate. In questo momento è ragionevole ipotizzare che nel corso del 2023 i tassi di interesse di riferimento della Fed possano raggiungere un picco e che, come riflesso, l’Usd possa indebolirsi. Il cambiamento di aspettative riguardo all’inflazione e alle politiche monetarie potrebbe rivelarsi favorevole per l’oro. Il 2022 è stato un anno infelice anche per le criptovalute. Molte stablecoin hanno perso i loro ancoraggi, tra cui TerraUSD e Tether, gli exchange di criptovalute sono stati ostacolati da crisi e crescenti difficoltà, l’improvviso fallimento di FTX a novembre ha provocato un terremoto nel settore. E’ verosimile attendersi che il settore continui ancora ad essere caratterizzato da particolare volatilità anche nel breve periodo.

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