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Rimesse degli immigrati, Emilia-Romagna terza regione in Italia dopo Lombardia e Lazio

Non si sente l'effetto Covid nel 2022

Rimesse degli immigrati, Emilia-Romagna terza regione in Italia dopo Lombardia e Lazio

di Andrea Violi

25 Aprile 2023, 19:32

Rimesse degli immigrati, tre regioni fanno la parte del leone in Italia. Quasi metà delle rimesse nel 2022 viene da Lombardia (22,6%), Lazio (14,9%) ed Emilia-Romagna (10,4%). In particolare, l'anno scorso sono stati spediti 851,3 milioni di euro dall'Emilia-Romagna verso il resto del mondo: +7,7% rispetto ai 790,6 milioni del 2021. 

Il quadro nazionale vede una crescita del 6,1% a 8 miliardi e 211 milioni di euro. In particolare sono aumentati i flussi dall'Italia verso Asia (+13,6%), Nordafrica e Vicino Oriente (+8,3%) e Africa subsahariana (+4,1%), mentre si sono ridotti quelli verso i Paesi europei. I primi tre Paesi beneficiari delle rimesse dall’Italia nel 2022 sono stati Bangladesh, Pakistan e Filippine, che hanno ricevuto il 14,6%, l’8,5% e il 7,6% del denaro inviato. Nel 2022 tutto il Centro-Nord registra un incremento, cui hanno contribuito soprattutto le province di Roma, Milano e Venezia verso Bangladesh e Filippine. Nel solo quarto trimestre del 2022, le rimesse sono salite del 6,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. 

L'anno scorso la pandemia, in «evoluzione», quanto ha inciso? È un'altra delle domande che abbiamo rivolto alla Banca d'Italia. «L’effetto della pandemia (e delle conseguenti misure di contrasto al contagio adottate a livello globale, come le restrizioni ai viaggi) hanno avuto sulle rimesse un effetto assai più contenuto rispetto alle previsioni - spiegano gli esperti di Bankitalia -. A livello globale infatti sono diminuite meno del 2% nel 2020, per poi rimbalzare di circa il 10% nel 2021 (fonte Banca Mondiale). In alcuni Paesi la variazione nel 2020 è stata addirittura positiva e tra questi l’Italia: +12,5%. Le ragioni sono molteplici. In primo luogo, la necessità di fornire un aiuto straordinario alle famiglie nei Paesi di origine colpiti dalla pandemia può aver spinto gli stranieri residenti ad attingere ai propri risparmi e inviare più denaro. Ciò è stato possibile in particolare per quei lavoratori occupati nelle “attività essenziali” non interessate dai provvedimenti di sospensione adottati durante la fase più acuta dalla pandemia. Inoltre, l’impossibilità di viaggiare potrebbe aver indotto un “risparmio forzoso” derivante dall’eliminazione delle spese prima sostenute per effettuare i periodici rientri nei Paesi di origine, creando disponibilità liquide aggiuntive. Infine, come alcuni studi hanno mostrato, le restrizioni agli spostamenti e la necessità di distanziamento sociale hanno favorito un maggiore ricorso a strumenti di pagamento regolamentati - anche digitali - a scapito dei canali informali (non rilevati) che in genere presuppongono la possibilità di viaggiare portando con sé il denaro in contanti».

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