Libri
Dalla «Spending review», ai 38 anni al Fondo monetario internazionale, dall’incarico a presidente del Consiglio per un governo tecnico, fino all’elezione al senato e alle recenti dimissioni; il tutto passando per cinque libri, il primo dei quali intitolato, appunto, «La lista della spesa». Al castello di Tabiano, su una terrazza gremita, Carlo Cottarelli, presentando il suo ultimo saggio, «Le chimere», ha spiegato quali siano i limiti, i sogni, la realtà e i possibili scenari dell’economia italiana, europea e mondiale, in modo assolutamente comprensibile.
Ha illustrato un mondo che pare lontano dai cittadini, riservato a pochi eletti, tecnici e politici e lo ha fatto proprio come fosse un «Alberto Angela» dell’economia.
«In realtà questo libro non avrebbe dovuto chiamarsi “Chimere” – ha esordito Cottarelli – ma, riprendendo il numero 7, che già avevo utilizzato per “I sette peccati capitali”, doveva intitolarsi “I sette misteri della giungla nera” (dell’economia mondiale ndr.), ovvero i sogni di miglioramento dell’economia che stavano incontrando delle difficoltà. Di qui la decisione del titolo “Chimere” anche se devo dire che non tutti questi sogni sono fallimenti. Per alcuni l’idea rimane buona, ma ha qualche impedimento. Ad esempio il sogno di liberarci dell’inflazione, ma non ce ne liberiamo, anche se affidiamo il controllo della moneta ai tecnici. Altri di questi “sogni” – ha detto Cottarelli – non si sa come andranno a finire, come l’ultimo dei sette: il desiderio di una crescita senza fine che, però, si scontra inevitabilmente con la salvaguardia dell’ambiente. Molti dei sette temi che tratto sono sogni di libertà, anche dalle tasse».
Poi le domande di Anna Maria Corazza e di Marco Trevisan, ispirate agli argomenti affrontati in «Chimere» e le risposte di Carlo Cottarelli precise, chiare, comprensibili ma dettate dalla sua grande esperienza e dalla sua preparazione su temi che per la gente comune sono poco più (a volte anche poco meno) di un termine sentito in un telegiornale o letto in una cronaca. È il caso del primo tema di «Chimere», le criptovalute nelle quali Cottarelli non consiglierebbe mai di investire: «Era un sogno che definirei “romantico”, un sogno di libertà. Creare una moneta che fosse libera dal controllo dello Stato e delle banche. Dalle banche centrali e dagli istituti bancari, che conoscono tutti i nostri affari. Qualcosa che ci liberasse dalle banconote che sono dello Stato e dai pagamenti tramite banca, sempre e comunque controllati. Il “Bitcoin” – ha spiegato Cottarelli – è stato emesso durante la crisi del 2008-2009: una moneta che non passa dalle banche, ma è tenuta da registri sparsi in tutto il mondo e che devono coincidere. Questo era il sogno: garantire l’anonimato, terreno però perfetto per truffe e riciclaggio. Il secondo problema è la volatilità del bitcoin: due anni fa un bitcoin valeva 60mila dollari. Oggi ne vale 24mila. Chi ha comprato bitcoin nel 2010 è diventato ricchissimo, se pensate che, allora, per due pizze si spendevano 10mila bitcoin. È un sistema nato perché non ci si fidava dello Stato, oggi però dobbiamo fidarci di chi ci dice, dal sistema, che i bitcoin funzionano».
Marco Trevisan ha poi sollevato il tema del momento, il rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea, allo scopo di arginare l’inflazione. «Negli anni ‘70 e ‘80 – ha sottolineato Cottarelli – l’inflazione era davvero elevata. Nel 1974 in Italia era al 26%. Così si decise di togliere il controllo della moneta alla politica e affidarlo ai tecnici, banchieri centrali indipendenti, che non avevano strategie elettorali che potessero spingere a stampare nuova moneta accrescendo l’inflazione. Per 30 anni ha funzionato, tenendo l’inflazione a livelli molto bassi, oscillanti fra l’1 e il 3%. Poi qualcosa è andato storto e l’anno scorso l’inflazione in Italia era all’11%, negli Usa al 10. Situazione che derivava dall’aumento dei prezzi dell’energia e dalla imprevedibile crisi del Covid. L’economia era in un buco e ci voleva una spinta che mettesse soldi in circolazione. La spinta si è rivelata troppo forte e ha provocato un aumento dell’inflazione, ma non credo possa essere motivo per far tornare la moneta in mano ai politici. Al momento, devo dire, l’aumento dei tassi da parte della Bce lo trovo giustificato. Se andasse oltre, però, sarebbe un errore». Poi via all’argomento della continua crescita e dell’impatto sull’ambiente, con i dati delle emissioni di CO2 comunque in aumento e delle differenze fra i paesi avanzati e quelli emergenti che reclamano di poter crescere, anche perché le loro emissioni por capite sono comunque ancora inferiori a quelle degli Usa e della Germania.
«Tutto vero per ciò che riguarda la CO2 – ha detto Cottarelli – ma da noi in pianura padana ci sono le polveri sottili e la mia Cremona era seconda in Europa per inquinamento da polveri sottili e non basta. Delle 30 città con più Pm10 in Europa, metà sono italiane e fuori dalla nostra pianura c’è soltanto Terni. Tutto questo non toglie che si desideri crescere ed ecco che, oggi, si parla tanto di intelligenza artificiale, di macchine destinate a sostituire l’uomo. Ma negli ultimi 10 anni, con l’evoluzione tecnologica più avanzata, l’aumento di produttività è stato solo dello 0,4%, mentre negli anni fra il 1920 e il 1970 è stato del 2%. Ciò significa che il progresso tecnologico attuale, alla fin fine, è poca cosa confronto a quello di un secolo fa. Avevamo aspettative superiori per il futuro, ma se prendiamo il film “2001 odissea nello spazio”, praticamente nulla di ciò che vediamo e doveva succedere 22 anni fa si è realizzato. L’unica cosa che vediamo funzionante oggi è Skype che, però, è arrivata nel 2003, ovvero con 2 anni di ritardo!».
E ancora la finanziarizzazione del sistema economico, l’abolizione della fatica attraverso la tecnologia, la globalizzazione e un mondo senza barriere e l’idea che, tagliando le tasse anche ai ricchi, tutti staranno meglio. Applausi e firmacopie per una serata nella quale i grandi temi dell’economia mondiale sono diventati, finalmente, di casa.
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