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La «Renaulution» passa anche per la logistica

Renault, viaggio nel nuovo centro di distribuzione per l'Italia inaugurato a Castel San Giovanni

La «Renaulution» passa anche per la logistica

di Aldo Tagliaferro

09 Dicembre 2023, 17:37

Finché non si mette piede in un moderno magazzino di logistica non ci si può rendere conto di quanto complesso sia l'universo dell'after market. Dietro al pezzo di ricambio di cui fatalmente abbiamo bisogno almeno una volta nella vita (e che tende a incrinare il rapporto con il concessionario) ci sono magazzini, uomini, trasporti, codici, verifiche e tanta elettronica. Ma di solito non ci pensiamo mai.

Bene, siamo entrati in un «tempio» della logistica, il nuovo centro di distribuzione italiano di Renault inaugurato dieci giorni fa a Castel San Giovanni: è ad appena 15 km da quello di San Colombano al Lambro dove per mezzo secolo sono stati gestiti i «pezzi» di Renault, ma quanto basta per lasciare la Lombardia ed entrare in Emilia-Romagna. Piacenza è ormai la «logistic valley»: da Ikea a Amazon, da Geodis a Ovs, l'incrocio di autostrade ha fatto crescere magazzini come funghi: pensate che ruolo potrebbe avere Parma se finalmente si completasse la Ti-Bre...

Un tassello di Renaulution
Ma torniamo a Renault. L'after market, ovvero la gestione dell'auto post vendita, è uno dei tasselli su cui Luca De Meo ha creato la ormai celebre Renaulution. A un anno dalla posa della prima pietra, ecco un centro all'avanguardia tecnologica per rispondere ai tre punti cardine che Francois Delion - direttore post vendita mondo di Renault, al suo primo incontro con la stampa italiana - riassume così: «In prmis, nuove tecnologie in un mondo che in 10 anni sta cambiando più dei 30 precedenti con un parco auto che sarà elettrificato al 30% nel 2030. Due: connettività dei veicoli, che sempre entro il fatidico 2030 per l’80% ci comunicheranno informazioni mentre i consumi virano dal sistema classico di acquisto a quelli del noleggio, dell'abbonamento e dei servizi. Tre: l'organizzazione di un mercato concorrenziale del post vendita, nella quale i competitors sono le officine, i car service, ma anche grandi società del settore».

La chiave di tutto sono i servizi e il tempo, concetto chiave di De Meo molto caro anche all'Ad di Renault Italia Raffaele Fusilli. Renault ha ben chiaro che una logistica efficiente in caso di incidenti o riparazioni è il miglior servizio che si può dare al cliente e non dimentica che anche molti anni dopo la costruzione per ogni modello va garantito il 100% dei ricambi (parliamo di 400mila referenze e 130mila clienti al giorno per il Gruppo). Un'altra risposta la troviamo nel neologismo phygital, ovvero la capacità di sfruttare oltre al rapporto diretto anche la connettività dei veicoli e dei sistemi digitali per una migliore customer experience. Checché ne dica Tesla, il mondo fisico resisterà, ma oggi non si può prescindere dalla tecnologia per fare diagnosi da remoto, per contattare il cliente al momento giusto, o per gestire un tagliando addirittura con l'impagabile servizio valet (questo decisamente «fisico»). Sintetizza bene Fusilli: «il nostro cliente deve poter fare qualsiasi operazione dalivano».

Pronti per il B2B e il B2C
Ma la sfida di Renault è ancora più ampia e va oltre il proprio mondo per abbracciare un servizio multibrand. Per riconnettersi ai clienti o conquistarne di nuovi, Renault sfrutta le sue divisioni Motrio, gli strumenti digitali B2B (per officine, anche quelle indipendenti) e B2C, come dimostrano le esperienze positive con Fixter in Francia e Regno Unito.
Spiega ancora Raffaele Fusilli che anche nell'after market «l'essere umano resta al centro, Renault collega persone più che spazi. Oggi la digitalizzazione risponde alla pigrizia dell’uomo e il valore di un brand si misura con il servizio messo a disposizione. Grazie a un centro distribuzione moderno come quello di Castel San Giovanni possiamo garantire servizi su misura, come la prenotazione on line in qualsiasi momento: non è facile, ma siamo in grado di gestirlo». Prendiamo il Car Valet: Renault viene a ritirare l'auto a casa e in real time si può anche seguire attraverso i device cosa sta accadendo in officina, e anche il pagamento può avvenire da casa. E poi c'è il «car(e) service», ovvero la possibilità di lasciarfe a qualsiasi ora la chiave dell'auto in un box della concessionaria. «Ma per fare tutto questo - chiosa Fusilli - serve una struttura come questa, tecnologica e veloce, figlia di un investimento importante e soprattutto di 130 anni di valori coerenti».

Vediamo allora le caratteristiche di questo magazzino: rispetto a quello di San Colombano, cresciuto disordinatamente nel tempo seguendo l'evoluzione del mercato, questa è una struttura efficiente e che già pensa all'auto di domani, elettrica e con meno pezzi. Sfrutta un'altezza utile di 12 metri e ospita ricambi per Renault, Dacia, Value Plus e Motrio, i brand del gruppo che segmentano anche il mercato del post vendita. In 30mila metri quadrati si è potuti passare dalle 40mila referenze di prima a 65mila, ma considerando i magazzini «madre» in Francia e Romania si passano le centomila. L'unica cosa che manca sono le batterie al litio che richiedono norme particolari e sono stoccate a Faenza.

Nel segno della sicurezza
Il leit motiv in ogni metro quadrato è quello della sicurezza, curata in modo maniacale, così come l'attenzione per i lavoratori che hanno a disposizione ristorante, climatizzazione e sala giochi (45 dipendenti fissi più molti «stagionali»: sembrerà strano, ma anche la logistica ha i suoi picchi). Tecnologia significa anche pannelli fotovoltaici sul tetto con una potenza di 1.5 mln di kW che fa fronte al 40% dei consumi, tra l'altro senza alcun utilizzo di gas. Tutto questo si traduce nella Certificazione Breeam sulla sostenibilità degli edifici ottenuta dalla struttura.

La complessità di gestione è molto elevata perché i colli hanno tutti misure diverse (si passa da una vite a una portiera, per capirci) e il segreto è l'automazione dei passaggi lungo tutta la filiera: ogni collo segue un percorso tracciato elettronicamente. Errare resta umano, ma diciamo che a Castel San Giovanni è quasi impossibile.

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