DATI BANKITALIA
Calano le operazioni finanziarie sospette in Emilia-Romagna, anche se guardando alle singole province il quadro è più a macchia di leopardo. Come già nel 2023, anche nella prima metà del 2024 prosegue il trend che vede diminuire le segnalazioni alle autorità sia a livello nazionale che regionale. Ma ogni territorio ha le proprie dinamiche: ci sono province che mostrano un calo (come Parma, -18,1%) e altre che vanno a dir poco in controtendenza. È il caso di Reggio Emilia, dove le segnalazioni «esplodono» con un aumento del 39,48%. E Piacenza è poco distante, con un aumento di oltre il 24%.
È quanto emerge dai dati della Uif, l'Unità di Informazione Finanziaria, organismo della Banca d'Italia che riceve le segnalazioni di operazioni sospette (SOS). L'attenzione quindi non si allenta da parte delle autorità che vigilano su questa tematica. Quando si ritiene che un'operazione di denaro possa essere legata al riciclaggio o (meno sovente) al sostegno al terrorismo, intermediari e operatori finanziari devono effettuare una segnalazione alla Uif.
Oltre 70mila segnalazioni
Nel primo semestre 2024 la Uif ha ricevuto 70.085 segnalazioni di operazioni sospette: sono 7.522 in meno rispetto allo stesso periodo del 2023, con un calo del 9,7%. Prosegue quindi «il trend di contrazione avviato nel 2023», scrive la Uif nella sua analisi.
«La diminuzione è concentrata prevalentemente nelle segnalazioni a basso rischio: le SOS a rating basso e medio-basso hanno fatto registrare un calo di oltre il 29 per cento rispetto al primo semestre 2023 - prosegue la Uif -. Nella prima parte del 2024 sono proseguite le iniziative volte a migliorare la qualità del flusso segnaletico, tra cui si evidenziano in particolare due incontri con i segnalanti che trasmettono il maggior numero di segnalazioni, svolti a gennaio e a giugno. La flessione è stata determinata dagli intermediari e operatori finanziari (che hanno complessivamente trasmesso 4.692 SOS in meno rispetto al primo semestre 2023) e dal settore di banche e Poste (-4.364 SOS). Il calo è parzialmente compensato dai soggetti non finanziari che hanno incrementato il proprio contributo di 1.534 SOS».
Nel comparto degli intermediari e operatori finanziari rileva in particolare la diminuzione nelle segnalazioni da istituti di pagamento (-25,4%) e da istituti di moneta elettronica (-19,7%).
«Per quanto riguarda il settore non finanziario - prosegue l'analisi pubblicata dalla Uif - si osserva un incremento nelle segnalazioni dei professionisti (+45,9 per cento), trasmesse quasi esclusivamente dai notai e dal CNN (Consiglio nazionale del Notariato, ndr), e in quelle degli operatori in valuta virtuale, più che raddoppiate rispetto al primo semestre del precedente anno. In aumento anche le comunicazioni trasmesse dalla Pubblica Amministrazione, che passano da 154 nel primo semestre 2023 a 756 nel primo semestre del 2024. In calo invece le segnalazioni trasmesse dai prestatori di servizi di gioco (-25 per cento) e dai soggetti che esercitano attività di custodia e trasporto di denaro contante o valori (-35,7 per cento)».
Parma e l'Emilia-Romagna
Fra gennaio e giugno, dall'Emilia-Romagna sono arrivate 4.639 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette: un calo del 5,69% rispetto alle 4.919 del primo semestre 2023. Gli esperti della Uif rilevano che il calo incide maggiormente su alcune delle regioni con il più alto numero di segnalazioni: Lombardia (1.354 segnalazioni in meno, -9,4%), Lazio (1.100 in meno, -13,3%) e Piemonte (899 in meno, -19,1%). Le regioni che vanno in controtendenza con le SOS sono Trentino-Alto Adige (+3,8%), Sardegna (+3,7%), Basilicata (+2,6%) e Umbria (+2,5%), sebbene con valori assoluti contenuti.
Restringendo l'ottica alle singole province, a livello nazionale spiccano Milano, Prato, Siena e Napoli. Sono queste le città che si collocano ai primi cinque posti per numero di segnalazioni di operazioni sospette in rapporto alla popolazione.
Fra le città dell'Emilia-Romagna, Bologna si conferma al primo posto per il numero di segnalazioni, in termini assoluti: 1.025 nel primo semestre dell'anno, il 12,54% in meno rispetto al primo semestre 2023. Altre 1.082 erano state inviate da Bologna nel secondo semestre 2023. Segue Reggio Emilia, con 809 segnalazioni alla Uif. Come detto, a Reggio i numeri evidenziano una sorta di impennata, con una crescita del 39,48% rispetto alle 580 SOS del primo semestre 2023. E qui si va da tempo in marcata controtendenza con il trend nazionale e regionale. Nel primo semestre 2022 a Reggio le segnalazioni alla Uif sono state 514; altre 537 nel secondo semestre 2022; si sale a 580 fra gennaio e giugno 2023 e 640 fra luglio e dicembre.
Modena è terza in regione nei primi 6 mesi di quest'anno: 738 segnalazioni (-19,43%). E al quarto posto c'è Parma, con 457 segnalazioni all'autorità: il 18,10% in meno. Il calo è costante infatti fra primo semestre 2023 (558) e secondo (542).
Seguono Rimini (383 SOS, -6,13%), Ravenna (352, stabile), Forlì-Cesena 835, -17,08%), Ferrara (270, +3%) e Piacenza (270, +24,42%).
Il consuntivo regionale mostra un calo totale delle SOS, dopo alcuni anni contrassegnati invece dalla crescita. Nel primo semestre sono state inviate dal territorio dell'Emilia-Romagna 4.639 segnalazioni: -5,69% ed è il terzo trimestre di seguito con il segno «meno».
Il canale dei Money transfer
Una parte delle operazioni sospettate di essere legate a riciclaggio o terrorismo passano attraverso i canali dei money transfer (l'invio di denaro all'estero, di cui ci occupiamo periodicamente in queste pagine con riferimento alle rimesse). A livello nazionale, «nell’ambito della categoria degli istituti di pagamento - scrive la Uif nel suo rapporto periodico - prosegue la contrazione delle segnalazioni trasmesse dai money transfer, passate dalle oltre 7mila nel primo semestre 2023 alle 5mila del primo semestre 2024». Per la precisione, questo è il trend: 7.378 SOS fra gennaio e giugno 2023 (-2%), 5.953 fra luglio e dicembre 2023 (-20,3%) e 5.224 SOS nei primi 6 mesi di quest'anno (-29,2%). E dove sono diretti questi flussi di denaro? «Oltre un terzo è ubicato in Marocco, Romania, Pakistan e Albania», si legge nel documento.
In questo quadro, la provincia di Parma è fra quelle più coinvolte, assieme a Piacenza, Modena, Bologna e Ravenna. Stando alle mappe dell'Unità di informazione finanziaria, infatti, si tratta delle province con la più «alta intensità» di segnalazioni sospette ogni 100mila bitanti. Fra le province confinanti, lo stesso vale per Massa Carrara e La Spezia.
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