ECONOMIA
Foto d'archivio
«I dazi voluti dal presidente Trump rischiano di essere un boomerang e di colpire più gli Stati Uniti che l’Europa». Lo afferma l’ad di Fiere di Parma Antonio Cellie.
Per Cellie, «in particolare l’agroalimentare Made in Italy rischia meno di altre geografie: per quanto riguarda il food, i prodotti 'premium local' venduti a scaffale, a causa dell’inflazione, raggiungeranno prezzi pari o addirittura superiori a quelli dei nostri. Stesso discorso per il vino: le etichette della Napa Valley ormai costano di più delle nostre Docg e le alternative provenienti da Sud America e Australia non hanno assolutamente la nostra qualità. In questo scenario, in definitiva, a parità di prezzi, i nostri prodotti restano comunque competitivi, perché il consumatore americano cerca qualità e autenticità. Il vero problema per il governo Usa sarà come gestire la fiammata inflattiva sui prodotti di base, quasi tutti Made in Usa, con redditi reali in calo e il crescente costo del debito pubblico.» (ANSA).
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