×
×
☰ MENU

Tav, Parma merita più considerazione

Tav, Parma merita più considerazione

di Claudio Rinaldi

05 Luglio 2020, 09:30

Siamo alle solite: Parma rischia l’ennesima beffa per le infrastrutture di cui ha tanto bisogno. Mutando i fattori (governi, giunte regionali) il prodotto (cioè, il pericolo di una fregatura) non cambia. È notizia delle ultime ore la bocciatura alla Camera dell’emendamento proposto dalla deputata leghista Laura Cavandoli che proponeva di destinare cinque milioni (dei 55 miliardi complessivi) del Decreto rilancio allo studio di fattibilità e alla progettazione di una fermata dell’Alta velocità a Parma. Fermata che il nostro territorio chiede da tempo a gran voce. Non è una questione di campanilismo contro Reggio (anche se oltr’Enza sono convinti del contrario), né un capriccio: è un’infrastruttura indispensabile per avvicinare Parma al mondo. Per sostenere la vocazione internazionale della città e della provincia, delle aziende e dell’università, delle Fiere e del turismo.
 La Mediopadana di Reggio funziona benissimo: fin troppo, a giudicare dai parcheggi pieni già dalle prime ore del mattino. Una fermata in zona Fiere potrebbe costare una cifra largamente sostenibile: perché nessuno pensa a una stazione faraonica e bellissima come quella progettata da Calatrava a Reggio, ma semplicemente a due pensiline che permettano di fare fermare alcuni treni, delle decine e decine che ogni giorno viaggiano da nord a sud e da sud a nord. Per il nostro territorio sarebbe già una panacea per non pochi mali dei quali soffriamo da decenni: uno studio dell’Università Federico II di Napoli di qualche mese fa spiega come le città che hanno una stazione dell’Alta velocità abbiano avuto un tasso di crescita cumulato nell’ultimo decennio dell’8-10% (le altre città senza Tav tra lo 0,4 ed il 3%).
Per capire se il progetto possa reggere, non c’è che da fare uno studio di fattibilità. I cinque milioni che la Cavandoli proponeva al governo di destinare a questo studio rappresentano lo 0,009 per cento dei fondi stanziati per il Decreto rilancio. Proposta bocciata. La cosa che fa specie è che amministratori e politici di casa nostra, da destra a sinistra, si sono detti ripetutamente favorevoli, per non dire entusiasti. A cominciare dal Pd, che fino a prova contraria è al governo. Anche il governatore della Regione Bonaccini, pure del Pd, ha promesso più volte, sia in campagna elettorale che dopo la rielezione, di studiare il “caso Alta velocità” (oltre a dirsi favorevole al completamente della Ti-Bre: ma questo è un altro discorso). Possibile che le voci che si alzano da Parma e da Bologna non arrivino a Roma?
Nelle stesse ore della bocciatura dell’emendamento della Cavandoli, veniva invece approvato quello di Andrea Orlando, per garantire altri 78 milioni per il tratto Parma-Vicofertile della Pontremolese. Una buona notizia, si tratta di un’altra opera importante per Parma, e non solo. Ma possibile che gli esponenti parmensi del Pd esultino all’unisono per questo «sì» e tacciano, ancora più compatti, sul «no» allo studio per l’Alta velocità? La Cavandoli parla di «scippo» e di «presa in giro». Una cosa è certa: Parma non si merita – e, soprattutto, non può permettersi – di non essere, ancora una volta, considerata.
claudio.rinaldi@gazzettadiparma.it

 

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI