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Per i casi meno gravi, ecco i Centri d'urgenza: i primi 30 a regime in Emilia Romagna entro l'anno. Quattro sono in provincia di Parma

Allevieranno il lavoro dei Pronto soccorso

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26 Ottobre 2023, 18:29

Parte dall’Emilia-Romagna una piccola grande rivoluzione per la sanità pubblica: chi ha un problema di salute acuto ma modesto, come una ferita superficiale, una irritazione cutanea o dolori muscolari, d’ora in poi dovrà rivolgersi non a un pronto soccorso - dove potrebbe andare incontro a lunghe attese a fronte dei casi più gravi - ma a una struttura sanitaria ad hoc, dove poter ricevere assistenza ugualmente qualificata in tempi più rapidi. Sono i Centri di assistenza urgenza (Cau), coi primi 30 che entreranno a regime entro fine anno. Il primo apre a Budrio (Bologna) il primo novembre. Quattro sono in provincia di Parma: a Parma e Fidenza, a fianco dei Pronto soccorso, e a Fornovo e Langhirano nelle Case della comunità.
I Cau di fatto affiancheranno i pronto soccorso con lo scopo di alleggerirli, apriranno in modo diffuso sul territorio per intercettare quei pazienti con bassa criticità, quelli che oggi sono i codici bianchi e verdi. In concreto sono strutture sanitarie territoriali - a regime almeno una per ogni distretto sanitario - dotate di équipe medico infermieristiche adeguatamente formate, che, quando il percorso sarà completato, saranno attive H24 sette giorni su sette, con un bacino d’utenza tra 35.000 e 75.000 abitanti. Fisicamente, alcuni saranno ospitati nelle Case della comunità, per altri saranno riconvertiti gli attuali Punti di primo intervento e per altri ancora saranno predisposti spazi adiacenti ai Pronto soccorso. L'obiettivo è quello di garantire a tutti i cittadini la cura migliore e un percorso di assistenza personalizzato, in tempi rapidi e senza lunghe attese.
La nascita dei Cau - resa possibile anche grazie a un accordo sindacale coi medici di medicina generale siglato a giugno - punta a separare l’emergenza «vera» da tutte quelle prestazioni che, ad esempio, non necessitano di un medico rianimatore ma necessitano comunque di un medico che sappia dare le risposte nel luogo giusto, con le tecnologie adeguate e in tempi rapidi. Un’esigenza che nasce dall’esperienza. Nel 2022 il 66% degli accessi in pronto soccorso in Emilia-Romagna ha riguardato codici bianchi o verdi, che nella quasi totalità (95%) non hanno avuto bisogno di ricovero e avrebbero potuto essere gestiti da altre strutture. Il 76% dei cittadini è arrivato autonomamente al Ps e infatti un altro obiettivo è lasciare ai pronto soccorso casi mediati tramite 118, consentendone una presa in carico precoce e una corretta distribuzione.
I Cau parte della più ampia riorganizzazione delle cure primarie territoriali e del sistema di emergenza-urgenza regionale. «Un modello profondamente innovativo» col quale l'Emilia-Romagna vuole fare da apripista. «Potrebbe aprire una nuova strada nel Paese - ha sottolineato l’assessore regionale Raffaele Donini - in una fase in cui il servizio sanitario nazionale è costretto a cambiare, perché in ballo c'è la sua stessa sopravvivenza». Non a caso il claim della campagna informativa che parte settimana prossima è «Lunga vita alla sanità pubblica».

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