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I love pesce, proposta ittica di grande qualità. Pescheria, gastronomia e tavola

I love pesce, proposta ittica  di grande qualità. Pescheria, gastronomia e tavola

di Sandro Piovani

12 Ottobre 2024, 16:05

Si parte dal pesce fresco, che come in ogni pescheria che si rispetti è esposto in bellavista perché anche l’occhio vuole la sua parte. E dalla vista si passa alla scelta. La varietà è tanta, ostriche e crostacei compresi. Così il pesce fresco arriva nelle cucine dei clienti che possono sbizzarrirsi nelle preparazioni più personali. Del resto si chiama «I love Pesce» (via Emilio Lepido, 6 a Parma) non a caso. Perché loro, i coniugi Marangon, il pesce lo conoscono bene: veneti e appassionati. 

Lo conoscono, sanno scegliere le migliori materie prime e… E? E lo sanno anche cucinare. Perché basta fare due passi avanti, superato il banco pescheria del fresco, che c’è anche il banco gastronomia. E appena dopo la cucina. Ma andiamo con ordine. Perché «I Love Pesce» è pescheria ma anche gastronomia. E si può mangiare, nei pochi tavolini interni e in quelli esterni (naturalmente in stagione), direttamente nel locale. E la cosa che noi parmigiani amiamo, inutile nasconderlo, è “piluccare” tanti assaggi, in ogni sezione (che siano antipasti, primi o secondi). E da «I love Pesce» è assolutamente doveroso. Già nel menu sono previste queste opzioni ma il consiglio è quello di scegliere in piedi davanti al bancone… «un po’ di questo, un pochino di quello e giusto una forchettata di quello…» frasi che sentirete ripetere spesso da «I love Pesce». 

Un solo consiglio: obbligatorio assaggiare le sarde in saor, vi sentirete, per un attimo, in piazza San Marco. Oppure avanti con quelle scelte tipiche delle «cicchetterie» veneziane, scegliendo il baccalà o lo sgombro mantecato, con quelle fettine di pane da spalmare, insieme a un buon bicchiere di vino bianco, con bolle o fermo che sia c'è una buona scelta. I prezzi sono esposti, vi verranno pesati o porzionati i piatti e il gioco è fatto.  

Non solo cicchetti naturalmente. Anzi. La proposta è importante anche partendo da una tranquilla e canonica ordinazione. A pranzo, ad esempio, a 23 euro, ti mettono sul tavolo un primo, un secondo, un contorno, acqua e vino, dal martedì al venerdì, con scelte sempre diverse: lo chiamano menu aziendale ed è certamente un pranzo di qualità. 

E così ecco che in degustazione abbiamo assaggiato irresistibili cicchetti con lo sgombro, una fetta tira l'altra e fermarsi è una piccola sofferenza; come detto le dolci e fresche e imperdibili sarde in saor dal boccone completo, cipolla mai invadente e un amarcord d'infanzia come i gamberetti in salsa rosa, commoventi. Poi un perfetto fritto misto e una paella dai sapori netti. Perché si sa, a Parma il pesce si ama.

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