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LETTERE AL DIRETTORE

La convivenza tra lupi, pastori e allevatori

lupi lupo

12 Gennaio 2022, 17:50

Gentile direttore,
alcuni giorni fa, a Schia, discutendo di animali selvatici con una giovane barista che presta servizio in un rifugio, sono venuto a sapere che, nei paraggi, i lupi avevano ucciso due cani alla catena e un cavallo e che i loro proprietari erano per questo parecchio adirati.


I cavalli e soprattutto i puledri se non c’è chi li protegge, possono essere facile preda dei lupi dato che, a differenza dei bovini che a testa bassa affrontano i predatori, fuggono impauriti spesso cadendo, ferendosi o fratturandosi gli arti, a tutto vantaggio di chi li sta inseguendo. Poiché la vicenda raccontatami dalla ragazza mi è parsa del tutto veritiera, mi sono chiesto cosa si potesse fare per risolvere la difficile convivenza tra allevatori, pastori e i lupi.


Esiste un «modus vivendi» che da una parte tenga conto delle ragioni di chi protesta per la perdita di capi di bestiame e, dall’altra, delle ragioni di chi, a l’opposto, difende il lupo perché perno centrale per l’equilibrio dell’ecosistema?
Non ci sono molte vie di uscita: la consuetudine di lasciare gli animali da reddito liberi al pascolo sulle nostre montagne deve essere rispettata così come deve essere accettato il ritorno del lupo sui nostri territori. Come se ne esce? In un solo modo.
Con il ritorno del grande predatore, quasi estinto negli anni settanta, si deve tornare a difendere i propri animali utilizzando senza indugio gli aiuti economici delle Regioni e accettando di buon grado la presenza dei predatori senza i quali non ci può essere un corretto equilibrio ecologico.


Così se il disagio sofferto da pastori e allevatori deve meritare massima attenzione e se i danni subiti devono essere prontamente risarciti, chi possiede animali da reddito deve far di tutto per salvaguardare il proprio patrimonio zootecnico confinando di notte gli animali in appositi recinti elettrificati e, se al pascolo, utilizzando cani specializzati nella guardia.
Questi ultimi devono però essere gestiti in maniera corretta. I maremmani sono animali eccezionali ma, come tutti i cani, se non opportunamente educati a convivere con l’uomo, essendo molto territoriali e coraggiosi, possono esprimere le proprie innate caratteristiche di attenti guardiani non solo verso i lupi, ma anche verso chi viene ritenuto un pericolo anche se magari si tratta di un semplice escursionista. Altro discorso per quel che concerne i due cani uccisi perché legati.
Visto che una Legge dell’Emilia Romagna vieta di detenere cani alla catena, chi non si adegua alla normativa credo non abbia alcun diritto di lamentarsi. Non si può piangere la morte dei propri cani se non si tiene conto del loro benessere e delle loro esigenze comportamentali quale ad esempio il poter fuggire di fronte a un pericolo.
Giorgio Mezzatesta
Parma, 9 gennaio

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