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RINCARI

Frutta e verdura, prezzi alle stelle

Frutta e verdura, prezzi alle stelle

31 Gennaio 2022, 03:01

«La merce che, al momento, costa di più? I finocchi, che sono raddoppiati, ma è cresciuto anche il prezzo delle zucchine, dei cavoli, dei broccoli, dei carciofi e degli spinaci. Dicono che un po’ sia colpa del freddo, ma è centrale anche la questione del rincaro delle materie prime: tutto aumenta e, di conseguenza, siamo costretti ad aumentare anche noi, altrimenti non ci stiamo dentro».

Xhihani Zaim gestisce l’Ortofrutta Maria Luigia, in borgo Collegio Maria Luigia e come tanti suoi colleghi, quotidianamente, vede il mercato variare. A volte è fisiologico e i prezzi mutano anche a causa della stagione (e del freddo), ma in questa fase la differenza la fanno, in particolare, i costi all’origine: dalle materie prime ai trasporti, per esempio. «Quasi tutti i clienti si accorgono dei cambiamenti: una famiglia media di tre persone che era abituata a spendere 30 o 40 euro settimanali, rispetto a prima, ora compra meno merce – prosegue il commerciante -. Poi c’è chi riesce a mantenere lo stesso numero di acquisti, ma anziché spendere 60 euro alla settimana, la stessa quantità di frutta e verdura gli costa più di 100 euro. L’aumento, che sembrava lieve, è cominciato all’inizio di dicembre, come capita di solito, ma non si è ancora fermato».

Per Stefania Frignani, dell’Ortofrutta Farini, in via Farini, l’elemento già negativo di questo periodo è costituito dal freddo, che ogni anno determina dei rincari, ma un mutamento generalizzato l’ha osservato anche lei: «Al clima vanno aggiunti i costi maggiori delle materie prime. Ho notato, per esempio, che i finocchi, che di solito costano meno, quest’anno sono aumentati abbastanza e dispiace perché sono un tipo di verdura che va molto». Anche la maggior parte dei suoi clienti fa caso allo scontrino, perché chi è abituato a comprare molto si accorge della variazione del prezzo.

«Quando noi paghiamo la fattura, le cifre sono più alte e necessariamente ci dobbiamo adeguare, non tanto a causa del caro bollette, che sul mio negozio hanno un peso limitato, ma proprio per l’acquisto dei beni», conferma Frignani. Ad aggiungere una complessità nel mercato della frutta è stata la mancanza di pere: quelle che si trovano, essendo poche, infatti, hanno un prezzo più alto rispetto agli anni precedenti.

«Ci siamo certamente accorti dell’aumento dei beni, ma bisognerebbe fare un esame indicativo sui vari prodotti – chiarisce Riccardo Franzoni, che oltre a lavorare nel negozio di famiglia, che porta il suo cognome, in via Carmignani, è studente di Food sistem-. Il rincaro maggiore riguarda i beni di provenienza estera, ma anche per quanto riguarda gli interni ci si avvia a un 15-20% di aumento. La merci che registrano una crescita sono la frutta da tavola, come le arance, le mele e i pompelmi, ma anche la frutta esotica, che tanti non comprano più perché ha raggiunto prezzi veramente alti. Poi ci sono le insalate, come il trevigiano e i radicchi, che hanno un processo di lavorazione più complesso e quindi il rincaro c’è anche a causa del numero di passaggi di trattamento».

Giovanna Pavesi

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