TRIBUNALE
Per riavere i suoi soldi era disposto a tutto. Anche a tirar fuori un coltello per essere più convincente. «Ammazzo tuo figlio se non mi date i soldi che gli avevo dato» aveva ringhiato all'anziana madre del parmigiano che gli doveva poche migliaia di euro, dopo aver tempestato di calci e pugni la porta di casa della donna. Il debito è sotto i 10mila euro, ma l'importo esatto non è stato calcolato nel corso delle udienze.
«Devo incassare a tutti i costi l'assegno che mi hai dato. Sai che sono capace di fare del male a chiunque. A te, a tua figlia, alla tua famiglia» aveva rincarato la dose, rivolgendosi ad un suo coetaneo, quel 59enne parmigiano tartassato dalle richieste.
Tra l'inizio del 2011 e l'aprile del 2012 quel minaccioso 59enne originario di Empoli era riuscito a farsi restituire poco più di 8mila euro. Parte di quei soldi però li dovrà spendere per pagare la multa di 210 euro decisa dal gup Adriano Zullo, che per quel tentativo di estorsione gli ha anche inflitto sette mesi di reclusione.
Pena sospesa? Assolutamente no, perché questi sette mesi si vanno a sommare ai 4 anni e 6 mesi di carcere che il 59enne aveva rimediato, per lo stesso motivo, da una precedente sentenza della corte d'appello di Bologna, divenuta irrevocabile. In quell'occasione l'uomo - condannato a pagare 1.300 euro di multa - doveva rispondere anche di lesioni aggravate per aver picchiato la madre del suo debitore. All'epoca (siamo nel 2018) la donna aveva 83 anni, e il creditore l'aveva riempita di calci e pugni, dopo esserle entrato in casa, pretendendo ancora soldi. Per quelle botte, l'anziana aveva rimediato un trauma cranico, lividi e una prognosi di 30 giorni.
P.Dall.
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