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Spettacoli

Sanremo visto da Coruzzi: «Lo show combatte la malinconia»

Sanremo visto da Coruzzi: «Lo show combatte la malinconia»

03 Febbraio 2022, 03:01

Non è equa la distribuzione tra prima e seconda serata del 72° Festival: 12 cantanti la prima, 13 la successiva, con la pena di gestire la scomparsa, appena avvenuta, di Monica Vitti. Nel 1987 un tristissimo Pippo Baudo annuncia, durante la 37° edizione di Sanremo, che è morto Claudio Villa. The show must go on, canta Milva al Festival del 2007, canzone scritta da un altro artista andato via troppo presto, Giorgio Faletti, e se le canzoni o le sceneggiature dei film si possono scrivere, i destini no.

Arriva Checco Zalone, un pianto e una risata, l’altra metà del mondo canterino ha il suo bel da fare nell’uscire indenne dall’evento inatteso, ma, a maggior ragione, per di più proprio in questo periodo, lo spettacolo ci rasserena. Sarà stata la sorte, ma scommettiamo che due donne, entrambe con il nome che inizia con una vocale, si giocheranno i passaggi in radio delle loro canzoni con altre due, in coppia, in una notte di malinconica pazzia festivaliera? Non si fanno nomi, perché non porta bene, ma è pur vero che mancano le “star” da mille e una notte, (Pravo, Oxa) ma sentire la Pausini ospite che intona Madame (è suo il pezzo «Scatole» , colonna sonora del nuovo film, prodotto Amazone Prime Video, «Laura Pausini, piacere di conoscerti», e dai con il cinema che entra ed esce da questo Ariston…), ci fa capire che l’innesto tra lo ieri e l’oggi, come voleva il previdente Amadeus, è riuscito in pieno. Allegria, avrebbe detto il buon Mike dell’epoca, e se la Zanicchi fa suo il “terzo tempo” del sesso (ma guarda che caso, Lidia Ravera, quella di «Porci con le ali», da poche ore è a capo di una collana di libri dove si inneggia alla sessualità praticata anche da chi pensava d’averci messo una pietra sopra dopo l’ultima riforma delle pensioni, che fa un baffo alla Fornero…) è pur vero che il cherubino Sangiovanni, idolo delle bimbeminkia (definizione regolarmente avvallata pure dalla Treccani), nella serata di venerdì, quella delle cover, canterà «A muso duro» di Pierangelo Bertoli, scomparso nel 2002, pochi mesi prima che nascesse il ragazzino dal ricciolo rubacuori. Ecco un’altra volta, ieri e oggi in simbiosi o uno dentro l’altro, come Eros e Thanatos, come in questo Sanremo con i riflettori accesi sullo show, e quell’occhio di bue che terrà accesa quella nemmeno tanto sottile malinconia su chi ci manca…

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